Quella frase “Bisogna usare la Pedemontana per senso di comunità” pronunciata dal presidente del Veneto Luca Zaia all’assemblea di Confindustria a Vicenza fa discutere. Fa discutere perché c’è chi non ha mandato ancora giù quel boccone e mai lo farà, non fosse altro per un territorio devastato e un prezzo da pagare salato, molto salato. La consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) è una di questi e in un lungo post sulla sua pagina Facebook non le manda a dire. «Presidente, non è “senso di comunità” – scrive – essere disposti a pagare il doppio per un pedaggio, per salvarti la faccia. Non ha alcun senso pagare ogni giorno 8 euro per andare e tornare dal lavoro, a 25 chilometri di distanza, su una strada che doveva essere gratuita! Ma perchè ci implora di usarla? Perchè ha fatto un accordo col costruttore, del tutto a svantaggio della Regione Veneto. Ve lo dicevo già nel 2017, quando il rischio d’impresa di questa costosissima grande opera Zaia lo ha accollato totalmente alla Regione, che paga al privato costruttore un canone annuale già predefinito, garantendogli 12 miliardi in 39 anni e zero problemi di ritorno dell’investimento, circa 3 miliardi (di cui 1 di soldi pubblici). A causa di questa scelta antieconomica, se la si percorre poco, perchè costosissima, la Regione deve sborsare la differenza, a svantaggio degli altri servizi e compiti: sociale, sanità, politiche per l’ambiente, sicurezza». La stessa rappresentante di Palazzo Ferro Fini punta il dito contro i costi, tutti da sostenere a carico dei veneti.
«Il problema – prosegue Cristina Guarda – inizia con i calcoli del flusso dei mezzi, sovrastimato, e nei metodi di costruzione. E a pagare non sono coloro che han sbagliato, ma noi cittadini due volte: se la usiamo, la paghiamo il doppio della A4 (16,8 euro per le auto, 27 euro per camion), se non la usiamo, con le nostre tasse. Senza parlare dei cittadini locali: dovevano avere accesso gratuito e non ce l’hanno, ma come non bastasse stanno pagando il doppio del prezzo dal punto di vista ambientale e sociale!». Cristina Guarda continua l’attacco parlando delle conseguenze per i comuni attraversato e non solo. «Consumo di suolo – prosegue l’esponente di Europa Verde – lavori pericolosi, crolli e incidenti in galleria e cantieri, i danni sanitari e psicologici di chi ha portato il costruttore in tribunale per far rispettare la legge, problemi idrogeologici dovuti alla costruzione in trincea, nuovi stabilimenti logistici e industriali, discariche non bonificate.I retroscena sono tanti e alcuni li racconta proprio il progettista della Superstrada: prima di pagarla, leggili. Il genio politico dietro al nuovo Governo, sarà lo stesso che ha portato i partiti di destra in Veneto ad ideare ed approvare, sotto la guida di Zaia, la più grande fregatura ai veneti?».
Alessandro Ragazzo
Cosa aveva detto Zaia a Confindustria