Coi voti dell’intera maggioranza, con il Consiglio Comunale di giovedì 4 novembre Caltrano ha ufficialmente ratificato il suo addio all’Unione Montana Astico.
L’intenzione era già nota da qualche tempo, ma solo con il passaggio di giovedì la decisione che il Sindaco Luca Sandonà aveva già in qualche modo esternato a più riprese è diventata una realtà: l’Unione Montana Astico perde così uno dei suoi membri storici di fatto aggravando una già complessa situazione economica.
Un Consiglio Comunale acceso quello dove si è consumato l’ultimo atto di un addio annunciato, dove non sono mancate alcune scintille tra il primo cittadino e il capogruppo di minoranza Ettore Dal Santo, parso poi sul finire quasi rassegnato ad una soluzione che è una via senza ritorno.
Non ci sta invece il leader dell’opposizione caltranese che dopo una veloce riflessione dai toni più sfumati, riserva alla dichiarazione finale le parole più pesanti: “Questa amministrazione non fa che demolire da quando si è insediata” – asserisce Dal Santo – “demolire senza costruire. Forse si risparmierà qualche denaro, ma i caltranesi di contro pagheranno un netto taglio dei servizi. Caltrano è sempre stato presente con solidità tra i paesi della Comunità dall’Astico al Brenta prima e dell’Unione Montana Astico poi, un sodalizio di quasi cinquant’anni che oggi decade per prospettive ancora incerte. Abbiamo varie convenzioni con tanti Comuni, ma manca una strategia se non quella dissennata del ‘dividi et impera’ che sembra essere tanto cara all’amministrazione e al suo Sindaco”.
“Le mie perplessità” – chiosa quindi il primo cittadino nella replica – “sono le stesse del Sindaco Sperotto di Fara Vicentino che in occasione del dibattito sul rendiconto gestionale dell’ente ha dichiarato senza giri di parole che ‘in mancanza di un significativo miglioramento dell’operatività dell’Unione Montana, anche Fara avrebbe abbandonato’. Questo sommato al fatto che il bilancio consuntivo è passato con 6 voti favorevoli e ben 7 astensioni, dovrebbe far capire che la nostra non è la scelta folle di un singolo, ma la presa di coscienza condivisa con tanti altri che qualcosa non va. Preciso inoltre che dialogo non significa adesione: un malinteso mediatico, laddove sì ho preannunciato di voler lasciare l’Unione Montana Astico, ma non ho mai parlato di confluire nella Spettabile Reggenza”.
Ragionamenti che non hanno comunque convinto i consiglieri di minoranza: “Il paese è isolato e gli atteggiamenti tirannici di questa amministrazione non aiutano. Qualcuno pagherà, prima o poi, il conto di queste decisioni per le quali i responsabili sono noti”.
Marco Zorzi