Può una regione come il Veneto soccombere al capriccio di un presidente di provincia? L’uscita del leghista Maurizio Fugatti, neo eletto a Trento, sullo sbocco della A31 a Rovereto sud non è passata inosservata ad amministratori ed opinione pubblica.
Chi l’ha definita, poco generosamente, “una genialata”. Chi la vede come la prova che, dalla parte trentina, l’amministratore battente bandiera leghista avrebbe letto poco, o male, la relazione del 2011 del Consorzio Reatia per conto della società autostradale. Centinaia di pagine dove venivano elencate, ed approfondite nel dettaglio, tutte e sei le soluzioni per fare il collegamento tra Veneto e Trentino. Ovvero per completare quello che ancora si voleva nel ’68, per dare “connessione tra il sistema padano-veneto e le aree europee a nord, attraverso la connessione alla A22”. Ma anche un modo per risolvere la questione ‘Valsugana’.
Tra viadotti e gallerie, da Arsiero alla Val Posina
Ora, col programma che Fugatti intende mettere in campo, l’asse dell’A31 si sposta. Non più per la Val d’Astico ma, da Arsiero, piegando a sinistra verso la Val Posina proiettandosi poi ad intercettare l’autostrada del Brennero a Rovereto Sud. Nel mezzo serviranno 5 gallerie e 3 viadotti per arrivarci. Solamente in zona Castana il Comune di Arsiero pagherebbe non poco in termini di territorio: verrebbe traforato in monte Caviojo, si passa sotto alla valle del Rio Freddo e si sbuca nella frazione di Castana. Qua verrebbe fatto uno svincolo che collega l’A31nord alla provinciale della Val Posina con una rotatoria, poi avanti ancora col cantiere per costruire un viadotto ed una galleria, sempre a Castana, di quasi cinquecento metri ciascuna. Un dentro e fuori dalle pareti rocciose che si spinge verso Laghi, dove verrebbe costruita una galleria di poco più di 2 km, per approdare in territorio trentino, non prima di avere costruito il viadotto della valle dell’Inferno. Ma prima di arrivare nel più piccolo comune del Veneto bisogna fare i conti col Gamonda, che verrebbe traforato per quasi 1,8 km, oltre alla vallata di Fioba. Un salto di una cinquantina di metri che l’A31nord coprirebbe con un altro viadotto.
Da Cogollo: “Finalmente”
Così cambierebbe, in parte, la corsa al prolungamento della Valdastico Nord. Così piacerebbe a Fugatti che abita ad Avio, a soli 15 minuti di macchina dal casello di Rovereto sud. Lasciando un attimo da parte il neo presidente della provincia di Trento, che in questi giorni è alle prese anche con un ricorso presentato contro la sua elezione, soffermiamoci sui nostri amministratori, regionali e locali. Soprattutto sull’entusiasmo espresso dall’assessore regionale veneto ai trasporti ed alle infrastrutture, Elisa De Berti che, all’indomani della vittoria di Fugatti si dichiarò pronta ad avviare i primi tavoli tecnici tra le due regioni. “La Valdastico è un’eterna incompiuta e il neo presidente della Provincia di Trento la vuole collegare alla A22 – dichiarò al Mattino di Padova l’indomani dell’elezione di Fugatti– Siamo pronti ad avviare i primi tavoli tecnici, noi decideremo sul tracciato veneto e lui per la parte trentina. I freni sono caduti, finalmente”.
Castana come un gruviera? Sindaco Arsiero: “E’ ora che la smettano”
Tempistica che solleva qualche dubbio sul sindaco di Arsiero, Tiziana Occhino: “Ma non parlavano di urgenza? E’ cinquant’anni che sentiamo parlare di Valdastico ed ora a loro va bene aspettare ancora? – commenta – Non ho mai nascosto la mia perplessità in generale sull’opera, ma ora, con un progetto in fase avanzata hanno intenzione di ripartire da zero?”. Non è solamente il “quando andranno a finirla” che pesa al primo cittadino di Arsiero, quanto all’impatto che il tracciato T5 comporterebbe col suo territorio, dove sta lavorando per un turismo ‘dolce’, in collaborazione anche con le amministrazioni locali vicine. “Abbiamo fatto tanto anche per la ciclopedonabilità per arrivare fino a Trento, passando proprio per la Val Posina. E ora che accadrà? Il T5 e tutti i progetti di rilancio del territorio stridono tra loro – conclude – E’ ora che la finiscano e non sono assolutamente favorevole all’idea di Fugatti”.
Posina, sindaco teme impatto idrogeologico e: “questo non è lo sbocco che serve”
Fermamente contrario anche Andrea Cecchellero, sindaco di Posina che giudica “perdente lo sbocco a Rovereto sud e sotto molti punti di vista – continua – Non lo dico io, ma proprio la relazione del 2011. Col tratto T5 si andrebbe a scegliere la soluzione col minore indice di percorribilità. Che senso ha dirottare un traffico commerciale verso il lago di Garda, anziché verso Trento? Sarebbe una strada che verrebbe usata solo dai turisti”. Lo preoccupa non poco, inoltre, l’impatto dei lavori di traforo del monte Caviojo: “Con un tracciato sotterraneo che intercetta in pieno il lago sotterraneo di accumulo che rappresenta una grosse fonte di approvvigionamento di acqua dell’alto vicentino”.
Rovereto Sud, verrebbe usata dalla metà degli automobilisti
In ultima, ma non per ordine di importanza, riportiamo quanto nero su bianco è scritto sulla relazione, oltre alla minore criticità vista sul tratto ‘pre Fugatti’: “Il tracciato T5 risulta quello più penalizzato, sviluppandosi in una valle con scarsa presenza di viabilità ed un’unica strada di valle, in alcuni punti, non percorribile da mezzi d’opera. Imbocchi, gallerie e viadotti raggiungibili se non con l’apertura di piste di cantiere molto difficili da costruire”. Anche in termini di flusso di traffico lo studio parla chiaro: “Il tracciato T5 (quello che punta a Rovereto Sud) è il meno performante, col traffico orario medio dimezzato”. Ovvero sia passerebbero 8mila veicoli all’ora, contro i 16mila che potrebbero ‘scaricare’ le altre soluzioni che Fugatti non vorrebbe più considerare, portandosi vicino casa il completamento dell’A31nord.
Paola Viero