Sul nostro territorio oltre ai due big Veneto Banca e BPVicenza esiste un’altra popolare decisamente piu’ piccola ma pronta a dare il prossimo dispiacere ai soci: la Banca Popolare di Marostica. Una piccola banca rilevata qualche anno fa da Volksbank di Bolzano, che già ha visto sensibilmente calare il valore delle quote portate da 74 euro circa a 19 euro dopo l’acquisto da parte del gruppo altoatesino. Una banca di cui nessuno parla ma che assieme a circa 30 popolari disseminate in giro per l’Italia presenta gli stessi problemi dei due giganti nostrani. Azioni non liquide comprate anni fa a valori alti e di fatto oggi invendibili. Si tratta di Popolari in gran parte piccole o piccolissime con attivi inferiori agli 8 miliardi e per questo non obbligate entro il 31.12.2016 a diventare spa. Ma prima o poi dovranno farlo e allora si scoprirà che il valore attuale delle azioni, peraltro quasi sempre non liquide, è molto distante da quello reale.
Nel caso della Banca Popolare di Marostica si parla già di una riduzione dagli attuali 19 euro a 2-3 euro nel corso della prossima assemblea. L’ennesimo colpo per i risparmiatori della nostra zona. Una cosa di cui nessuno parla ma della quale è arrivato invece il momento di discutere apertamente senza ulteriori ambiguità.
Il mondo bancario italiano, soprattutto quello delle piccole e medie banche, è stato da decennni il serbatoio di clientelismi e favoritismi verso i vari gruppetti di potere locali distribuendo seggiole, posti di lavoro, finanziamenti in molti casi senza le necessarie garanzie. Banche così non hanno fatto bene al territorio depauperandolo di ricchezza a vantaggio solo di lobbies locali. Queste banche vanno ristrutturate anche perchè in molti casi seguono un modello organizzativo vetusto basato su una capillare presenza fisica sul territorio con organici pensati per istituti che lavoravano per clienti che oggi si sono evoluti al web banking. Piaccia o no uno che se ne intende come Ennio Doris ha detto a ragione che in Italia tra 10 anni avremo 10-12 grandi gruppi creditizi, con 150.000 dipendenti (la metà di oggi) e la metà delle filiali. Serve una nuova struttura per il settore bancario italiano. Iniziamo da subito a costruirla. Piu’ il tempo passa e piu’ le cose peggioreranno. Soprattutto per noi soci e risparmiatori
Francesco Celotto