Riceviamo e pubblichiamo. Cari lettori, desidero condividere con voi alcune considerazioni riguardanti la programmazione del territorio. Come molti italiani, ho la fortuna di vivere in un paese straordinario, nello specifico nel comune di Thiene, a pochi chilometri dalle montagne e dal mare, dove possiamo trovare ogni genere di prodotti e i servizi sono di buoni livelli. Luoghi che senza esagerare potremmo definire uno dei migliori al mondo in cui vivere. Una fortuna la nostra immeritata, ma sicuramente apprezzata.
Proprio per questo spinto da un senso di responsabilità verso questo dono prezioso sento il dovere di porre l’attenzione su un aspetto delicato della gestione del nostro territorio: l’espansione dei cosiddetti “parchi fotovoltaici “. Già la terminologia utilizzata appare fuorviante e beffarda. Un parco nell’immaginario collettivo è un luogo di svago, di incontro, un’area verde dove i bambini possono correre e giocare. Questi impianti invece sono tutt’altro: distese di pannelli che occupano ettari di terreno , spesso sottratto all’agricoltura, in un territorio già stravolto da esigenze urbanistiche e di viabilità.
Viviamo in un’epoca in cui la tradizione energetica verso fonti rinnovabili non è solo auspicabile, ma necessaria. Tuttavia la transizione non può e non deve avvenire a discapito del nostro patrimonio paesaggistico e ambientale.
Si devono privilegiare i tetti degli edifici, le zone già compromesse. Abbiamo il dovere di difendere ogni metro di suolo ancora integro. Questo è il vero senso della parola “sostenibilità”. Il nostro territorio non è una merce da svendere al miglior offerente. È la nostra casa, la nostra storia, la nostra identità: difendiamo.
Alfredo Ballardin
