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Thiene. “Chi ha paura dell’inclusione? Quanto accaduto sabato è un fatto isolato, non roviniamo il Festival”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO da Marta Rigo

Chi ha paura dell’inclusione? Ciao a tutti e tutte.

Negli ultimi giorni, a seguito del Festival “Dreamcatcher – Festival dell’inclusione “, abbiamo assistito a una spiacevole strumentalizzazione di un episodio isolato avvenuto al termine del festival. Un singolo evento, sicuramente da condannare , sta offuscando tutto ciò che di positivo il nostro festival ha portato alla comunità. Inoltre condividiamo l’amarezza di aver visto utilizzare la parola “inclusione” come qualcosa da cui prendere le distanze. Per questo, per l’impegno profuso in questi anni per lavorare per l’inclusione sociale, sentiamo di dover condividere alcune riflessioni. Un festival di opportunità e bellezza Il Festival “Dreamcatcher” non è stato solo un evento, ma un’occasione per promuovere il benessere, l’inclusione e la partecipazione attiva dei giovani e della comunità educante. Oltre 48 ore di attività artistiche, culturali e creative hanno coinvolto ragazzi e ragazze e adulti , offrendo loro uno spazio sicuro e libero dove potersi esprimere attraverso l’arte, la musica, il teatro, la poesia, il gaming, e tanto altro. Tra le attività più significative, ci teniamo a condividerne alcune: – Visita guidata di Villa Fabris con Diego Dalla Via e i giovani di Abilmente.

Un esperimento di teatro site-specific innovativo ed unico, che ha permesso ai partecipanti di esplorare gli spazi della villa in modo inedito, vivendo un’esperienza teatrale immersiva e coinvolgente. – Hackathon di Minecraft: “UrbanCraft: rigenera Villa Fabris blocco per blocco.

“Un’attività straordinaria che ha visto i ragazzi progettare virtualmente il parco di Villa Fabris utilizzando il popolarissimo videogioco Minecraft, uno strumento che ha favorito la creatività e la partecipazione attiva, unendo divertimento e progettazione reale in un contesto educativo. – presentazione del libro “ cambiare il mondo con il rap “,  dove sono stati presentati i laboratori svolti da Luca Mascini ( frontman della band Assati frontali) nelle scuole di ogni ordine e grado per promuovere la musica come mezzo di espressione di sé;  “Steli” di Stalker Teatro: una vera e propria esperienza comunitaria di arte e teatro partecipativo. Questa performance ha coinvolto i partecipanti nella costruzione collettiva di un’installazione artistica dal forte impatto visivo, creando un senso di appartenenza e comunità. – Workshop di scrittura e Slam Poetry con Lorenzo Maragoni: i partecipanti hanno avuto l’opportunità di sperimentare il potere delle parole, guidati da Lorenzo Marangoni, campione mondiale di Slam Poetry. Un’esperienza che ha permesso di esplorare nuove forme di espressione attraverso la scrittura e la performance orale. Un concerto che unisce generazioni e culture, un momento di particolare rilevanza è stato il concerto serale che ha visto la partecipazione di tre artisti di generazioni , culture e stili diversi: “8blevrai”rapper italo-marocchino, “Tommy Kuti” nato in Nigeria e cresciuto in Italia, e la storica band italiana”Assalti Frontali” . Un evento eclettico che ha rappresentato il momento più partecipato del festival, che ha unito storie, sonorità e visioni del mondo diverse ma accomunate dallo spirito di accoglienza e dall’impegno sociale. Importante sottolineare che il concerto è stato volutamente “alcol-free”, una scelta forte e simbolica, soprattutto in Veneto, una regione che troppo spesso normalizza l’abuso di alcol. Con questa decisione, il festival ha voluto creare uno spazio sicuro e sano, dove i giovani potessero godere della musica e della cultura senza la pressione sociale del consumo di alcol.

L’intero festival si è svolto in completa sicurezza grazie alla presenza di decine di adulti volontari ( non solo la security ufficiale ) che hanno condiviso l’evento insieme ai ragazzi, garantendo un ambiente protetto e piacevole. La partecipazione entusiasta di numerosi giovani, molti dei quali non hanno altre occasioni di incontro gratuite e dedicate a loro, testimonia l’importanza di creare spazi di aggregazione. Il festival ha voluto dare un’opportunità concreta ai giovani, offrendo loro un luogo in cui esprimersi e divertirsi in modo libero e responsabile. Non solo un incidente, ma un’opportunità per riflettere insieme.

L’episodio di sabato è stato doloroso, ma non può rappresentare ciò che il festival ha costruito: un luogo di crescita, incontro e sogno per tanti giovani. Citando Danilo Dolci, il nostro sottotitolo del progetto: “Ciascuno cresce solo se sognato”vogliamo ribadire l’importanza di guardare oltre il singolo fatto, ed educare con onestà, senza nascondere le difficoltà, ma con la convinzione che solo sognando e credendo nei giovani si possa costruire un futuro migliore: “C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato.”

L’occasione di creare con il territorio un patto educativo territoriale e’ un modo concreto per dare risposte anche alla complessità che questi episodi mettono in luce. Durante il festival  è stato lanciato proprio il Patto Educativo Territoriale, questo è un invito ufficiale a far parte dei lavori che vedranno la creazione di un patto educativo di comunità soprattutto per chi in questi giorni è rimasto molto colpito dall’episodio e ha voglia di proporre soluzioni e attività ( cittadini e rappresentanti delle istituzioni).
Un festival di tutti, per tutti.
Invitiamo la comunità a continuare a credere nell’importanza di spazi come questi, dove il dialogo e la comprensione sono al centro .
Non lasciamo che la paura dell’inclusione oscuri la bellezza che faticosamente si riesce a costruire insieme passo dopo passo.

Marta Rigo