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La storia di Michael,  29 anni di Thiene, è una storia che ci fa bene, una decisione lodevole che se presa in considerazione dai “poteri” può insegnare più di tante leggi magari discutibili come il fatto di dover decidere di fornire la guerra. Ma poi e’ anche una lezione a chi pretende di rappresentare tutto il popolo. I semplici, gli ultimi, le donne, i bambini non vogliono le guerre nel mondo. Perché loro sono le prime vittime di questo male che da sempre cova rovente nel cuore dell’ uomo. E’ una storia che parte dal basso, basso. Una storia che può cambiare le cose in meglio e parlare finalmente di bene dove sembra sempre prevalere la forza oscura delle notizie cattive, perché si sa, nel grande e complesso sistema con i titoloni apocalittici si guadagna di più, soprattutto in epoca di fake news. E’ una storia che mi ha commosso appena me l’ hanno raccontata e ho deciso così di scriverla sperando sia non un atto isolato, ma il primo di una serie di decisioni che portano un rinnovamento mondiale sia nella politica, sia in grandi scelte economiche. Michael, un ragazzo con invalidità e un disturbo mentale che porta avanti da anni, leggendo su internet articoli di economia ( ma lui mi confida che ogni tanto acquista anche Il Sole 24 Ore o Milano Finanza) alla faccia di chi non si informa o fa la figura di essere indifferente o forse incapace!. Si, perché i genitori di Michael non sanno che lui guarda e si ispira ad Economy of Francesco, il meeting di giovani che il Papa ha convocato ad Assisi per discutere, da anni ormai, di un’ altra economia possibile che invece di investire in armi da guerra porti alle popolazioni soprattutto quelle più povere Terra, Casa, Lavoro. Michael può rischiare di essere etichettato come comunista come è successo a Papa Francesco ma lui come ha detto a suo papà ” te ne renderà lode un giorno Dio”. Cosa ha fatto dunque di così eclatante questo sconosciuto, squattrinato e bisognoso di aiuto come Michael?. Ben consapevole che la sua entrata mensile dallo Stato e’ di 346 euro circa di invalidità ha convinto il padre, mentre il rumore delle guerre si faceva più imperante di vendere le azioni del gruppo Leonardo di Intesa San Paolo per non essere complice di altro sangue innocente. E naturalmente il padre ne ha perso di soldi. E anche abbastanza. Soldi che potevano andare anche a Michael per le sue spese o per il suo futuro. Ma quello che i genitori di Michael non sanno e’ che lui lavora ogni giorno, nel suo piccolo per migliorare il mondo. Michael non viene da una famiglia povera, nella sua generazione e nella sua famiglia nessuno e’ povero. Ma ha sempre avuto e scelto amici e amiche dei ceti bassi, li ha sempre accolti, amati e persino coccolati. Michael così, nella sua indipendenza, nonostante un’ invalidità e’ riuscito a fare quello che neanche uno Stato riesce a capire. Che armare le popolazioni porta sangue, che la guerra porta sempre e solo altra guerra e altro sangue. Michael merita di essere raccontato. Sembra fermo,i suoi genitori forse non lo considerano abbastanza sapiente, ma lui nel suo piccolo e nel suo modo tipico possiamo dire timidamente ha fermato la guerra. Quel Michael sono io. Ma non mi firmo. Perché le gesta grandi non si raccontano per farsi belli. Scavano nel silenzio, non hanno bisogno di farci belli e lodati. Solo nel segreto vede Dio e Francesco d’ Assisi a cui mi ispiro. Ha perso forse più di 7 milà euro mio padre.  Potevano farci comodo. Ma io traggo forza ogni giorno da altri giovani che come me, nell’ anonimato scrivono la loro storia nella storia. E sono così ingenuo e povero che penso che il mondo si cambi solo così.

( Lettera non firmata), ma la redazione ha verificato ed ha conosciuto chi l’ha scritta

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