Le notizie stampa ci dicono che il fabbisogno di capitale (tradotto l’aumento di capitale) di cui hanno bisogno le due popolari venete sarebbe pari 5,7 miliardi. Una cifra altissima ma che, ahimè , si avvicina alla realtà. Le due banche si sono affrettate a dire che l’aumento di capitale necessario è notevolmente inferiore a questa cifra e che comunque per adesso sarebbe necessario un aumento di capitale di 3 miliardi circa. Tra pochi giorni il cda affronterà il nodo fusione e la approvazione del bilancio 2016 con perdite comunque da capogiro.
Di quanto capitale hanno davvero bisogno le due banche?
Considerando che i crediti netti (cioè quelli per cui non è stato fatto ancora alcun accantonamento ) sommano 10 miliardi tra le due banche e che il fondo Atlante (o altro veicolo) potrebbe pagare per acquistare tali crediti non piu’ del 22-23% del valore facciale, la svalutazione inciderebbe sui bilanci futuri per almeno 7,7 miliardi. Per cartolarizzare e vendere tutti gli npl in portafoglio (e sempre che non ne saltino fuori altri) è questo il capitale di cui le due banche, una volta fuse, hanno bisogno.
Oltre a questo vanno aggiunti i costi per ridurre il personale di non meno di 2500-4000 unità tra le due banche (oggi i dipendenti sono 11.000 circa) . Il problema del personale può essere affrontato temporaneamente con i contratti di solidarietà (lavorano meno, lavorano tutti) ma in prospettiva 4000 dipendenti o piu’ dovranno essere tagliati. Considerando che il settore bancario non ha ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione o la mobilità, i due istituti dovranno pagare per liquidare il personale in esubero non meno di 400-500 milioni a meno che non venga creato un apposito fondo statale che servirebbe per assorbire il personale in eccesso di tutto il settore.
Concludendo possiamo affermare che prima o poi , salvo che non vi sia un miglioramento della situazione economica , oggi difficilmente prevedibile, il capitale di cui abbisognerà il nuovo istituto che nascerà dalla fusione sarà superiore ai 5,7 miliardi ipotizzati.
Se lo Stato non interverrà, come avvenuto con Mps, per le due banche scatterà il bail-in e relativa procedura fallimentare. Il fondo Atlante per non perdere la maggioranza cercherà di dilatare la vendita degli npl (e relativa svalutazione) ma prima o poi dovrà farlo. Senza una decisa operazione di pulizia di bilancio e taglio dei costi (personale in primis) la nuova banca non troverà alcun acquirente sul mercato. Continuerà anzi a generare perdite su perdite.
Francesco Celotto