(Fonte Qdpnews)Chi non ha mai riso con i film in bianco e nero di Stanlio e Ollio? Le loro gag senza tempo continuano a divertire grandi e piccini. Ma in pochi sanno che dietro le quinte di quel mondo comico si cela una storia tutta italiana, con radici profonde nel cuore del Veneto, precisamente tra Ron e San Pietro di Barbozza, frazioni di Valdobbiadene.
Protagonista di questa vicenda è Manlio Salce, poco conosciuto nel suo paese natale, ma celebre negli Stati Uniti per essere stato la controfigura ufficiale di Stanlio, l’indimenticabile magrolino della coppia comica. Nato a Valdobbiadene da madre della famiglia Baldotto (di Ron) e padre falegname a San Pietro di Barbozza, Manlio emigrò in America come tanti giovani veneti dell’epoca, in cerca di un futuro migliore.
Lì, grazie alla sua sorprendente somiglianza e al talento innato per la recitazione comica, fu scelto per impersonare il celebre personaggio. Una fotografia in bianco e nero accanto a Ollio, con dedica datata 12 marzo 1979, è la testimonianza concreta di questa straordinaria avventura. L’immagine è custodita con affetto da Raffaela Curto, moglie di Bepi Boret, nel ristorante di famiglia a San Giovanni.
La dedica, rivolta ai nipoti Giancarlo, Raffaela ed Enrico, recita:
“Come ricordo per i nipoti Giancarlo, Raffaela ed Enrico. Suo zio. 12/03/79”.
A raccontare con emozione questa storia è la signora Giovanna Miglierina, conosciuta da tutti come Enrica, madre di Raffaela Curto. Vive ancora nella casa di famiglia in via San Martino, accanto all’ex ospedale Guicciardini e al birrificio agricolo Valderon, dove un tempo viveva la famiglia Baldotto.
“Manlio era il figlio della sorella di mia nonna – racconta Enrica –. Era identico a Stanlio, faceva sempre quella sua smorfietta con i capelli. Era simpatico, umile e legato alla famiglia. Nonostante i suoi successi in America, venne a trovarci nel ’79, prima di partire per un evento a Venezia e un film a Roma.”
Questa perla di storia locale è riemersa grazie all’occhio attento di Aldo Rebuli, artista di Valdobbiadene, che ha scoperto la foto nel ristorante dei Boret e ha dato nuova luce a un pezzo dimenticato di cinema e identità.
Un ricordo prezioso che merita di essere custodito e valorizzato, perché Valdobbiadene non ha solo Prosecco da offrire, ma anche storie affascinanti di uomini che hanno saputo far sorridere il mondo.
Grazie a chi ha conservato questa memoria con amore: Enrica, Raffaela, la famiglia Boret e l’artista Rebuli.