“Sono trascorsi 67 anni dalla tragedia di Marcinelle, ma quel giorno rimane indelebile nella nostra storia: Dino Della Vecchia di Sedico, Giuseppe Polese di Cimadolmo, Mario Piccin di Codognè, Guerrino Casanova di Montebelluna, Giuseppe Corso di Montorio Veronese: questi i nomi dei cinque veneti tra i 262 minatori morti nel disastro di Marcinelle 67 anni or sono: 136 italiani, 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 ungheresi, 3 algerini, 2 francesi, 1 britannico, 1 olandese, 1 russo, 1 ucraino”.
Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, commemora così “l’8 agosto del 1956: in ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier a Marcinelle è patrimonio Unesco, luogo dunque della memoria collettiva, monumento a tutti i caduti sul lavoro.
Dalla fine della guerra al 1956 furono più di 140mila i nostri connazionali mandati nelle miniere della Vallonia a seguito di un patto, un baratto che ancora oggi lascia ammutoliti, tra il governo italiano e le autorità belghe: l’Italia si impegnava a mandare 2mila uomini a settimana e Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chili di carbone al giorno per ogni minatore.
Costretti a vivere in baracche inadeguate e a lavorare in condizioni di sicurezza precaria, i nostri minatori sono stati eroi e vittime.