Venerdì 31 maggio il panificio Accebbi di Novoledo di Villaverla ha sfornato l’ultima “ciopa”. Dopo più di cent’anni e giunti alla terza generazione, i coniugi Michela e Dionigi hanno preso la sofferta decisione di abbassare le serrande e andare in pensione. Purtroppo, come succede in tanti altri casi, le nuove generazioni dimostrano scarso interesse nel continuare l’attività dei genitori, preferendo lavorare in fabbrica, piuttosto che svegliarsi presto al mattino o essere impegnati nei giorni di festa. E questo è ulteriormente aggravato dalla modestia del reddito che oggi un negozio tradizionale riesce a generare, caricato da costi e tasse sempre più gravose. Venerdì è stata una gioia vedere i bambini entrare in bottega, chi con un regalino e chi, più semplicemente, per comprare l’ultimo panino o l’ultima merendina da consumare a scuola. Una vetrina che chiude, un insegna che si spegne, rappresenta un pezzo di vita del paese che se ne va e queste amare considerazioni emergono sempre quando è tardi; spesso, ci si accorge del valore di una cosa quando viene a mancare.

La famiglia Accebbi, come tante nei nostri comuni, aveva intrapreso la nuova attività l’1 febbraio 1910, quando  Alessandro Accebbi e la moglie Brigida avevano deciso di aprire un panificio. Possedevano poche cose, un carretto e un sacco di farina, ma erano animati da tanta laboriosità ed entusiasmo, cosicché cominciarono a fare il pane, in particolare la famosa “ciopa”.

Nel tempo l’attività è cresciuta e il forno è diventato un negozio di alimentari, con poche cose, ma l’essenziale e di qualità. Ti catturava il profumo del pane e, una volta entrati, ti lasciavi andare ad acquistare anche qualche fetta di prosciutto o di formaggio, oltre a dolci, sempre fatti in casa. Entrare in bottega era una gioia, perchè, oltre ai prodotti da acquistare, ti accoglieva il sorriso di chi, al di là del banco, era pronto a servirti. La famiglia è cresciuta e il panificio è passato di mano, dai genitori ai figli e poi ai nipoti, fino a venerdì scorso. La speranza è che si faccia avanti qualcuno, intenzionato a risollevare le serrande e riaprire il negozio, sapendo che Michela e Dionigi sono pronti a dare il proprio aiuto per continuare a fare le tante amate “ciope”.

S.T.

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