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Veneto e la fuga dei cervelli: un rapporto preoccupante di emigrazione giovanile

Il Veneto, con un rapporto di 10 partenze per ogni arrivo, e la Lombardia, con 6, non riescono a fare meglio della media del Nord Italia. Le macroregioni mostrano un disavanzo significativo nei confronti di nazioni come Svizzera, Australia, Regno Unito e Germania.

L’Italia continua a fronteggiare una crisi di “fuga dei cervelli”, con un quadro preoccupante che coinvolge anche le regioni del Nord. Secondo un’analisi della Fondazione Nord Est, il fenomeno dell’emigrazione giovanile è significativo e va dal 2011 al 2023, evidenziando come il nostro Paese non riesca ad attrarre giovani talenti provenienti da nazioni più avanzate, mentre i giovani italiani si trasferiscono all’estero.

Negli ultimi dodici anni, i giovani italiani tra i 18 e i 34 anni hanno scelto principalmente di espatriare in Paesi come Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Brasile, Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio e Australia. La maggior parte di queste destinazioni sono nazioni economicamente sviluppate, con l’eccezione del Brasile, che presenta un PIL pro-capite inferiore a quello italiano.

L’analisi rivela che nelle regioni del Nord Italia, il rapporto di giovani stranieri in arrivo è di un cittadino straniero ogni sette giovani italiani che si trasferiscono all’estero. A livello nazionale, questo rapporto è di 8,5 giovani italiani in uscita per ogni giovane straniero in arrivo. Al Sud, la situazione è ancora più drammatica: per ogni giovane che torna, venti partono verso Paesi più avanzati.

Numeri sconcertanti

Tra il 2011 e il 2023, oltre 280 mila giovani italiani hanno lasciato le regioni settentrionali, mentre quasi un milione (968.508) di giovani stranieri è arrivato in queste aree. Tuttavia, solo un quinto di questi proviene dai Paesi dell’Unione Europea; la maggior parte arriva da nazioni extra UE, come Albania, Marocco e Nigeria. Solo 22 mila giovani sono giunti dai Paesi più sviluppati dell’UE, con ulteriori 8 mila provenienti da Regno Unito, Stati Uniti e Svizzera.

Analizzando i flussi migratori, emerge che tra il 2011 e il 2023, 205 mila giovani sono emigrati dal Nord Italia, mentre solo 67 mila vi sono arrivati. Escludendo il Brasile, questo numero si riduce drasticamente a 28 mila. La Calabria è la regione con il rapporto più sfavorevole, con 30 partenze per ogni giovane che arriva, mentre l’Alto Adige presenta il miglior rapporto, con solo 4 partenze ogni arrivo (escludendo il Brasile).

Il Veneto, come scritto all’inizio dell’articolo, con un rapporto di 10 partenze per ogni arrivo, e la Lombardia, con 6, non riescono a fare meglio della media del Nord Italia. Le macroregioni mostrano un disavanzo significativo nei confronti di nazioni come Svizzera, Australia, Regno Unito e Germania.

La situazione è ulteriormente complicata dal caso del Regno Unito, dove, dopo la Brexit, il flusso di emigrati italiani è raddoppiato per poi stabilizzarsi negli ultimi tre anni. Questo incremento è stato dettato dalla necessità di dimostrare la residenza nel Paese.

L’analisi della Fondazione Nord Est mette in luce l’urgenza di politiche che attraggano talenti e contrastino la fuga di giovani dall’Italia, per non rimanere esclusi dalla circolazione globale delle competenze.