Un rischio di degrado dei servizi sanitari nell’Alto Vicentino è quello che ha denunciato ieri il portavoce della compagine sindacale Cgil, Cisl e Uil Giancarlo Puggioni, col pericolo che una sempre più numerosa utenza si rivolga alla sanità privata. Puggioni, Segretario generale di Cgil Vicenza, durante l’incontro organizzato dai sindacati con i rappresentanti della Ulss 4 a Piovene Rocchette sul tema dei distretti socio-sanitari e della medicina di gruppo integrata, si è dimostrato molto scettico sulla reale volontà di potenziare i servizi sanitari per il cittadino e tutelare maggiormente le categorie più deboli come le donne in gravidanza e i bambini. Presente anche il neo sindaco Erminio Masero, che si è fatto portavoce di istanze e lamentele raccolte dai suoi concittadini.
Ad essere messo sotto la lente d’ingrandimento dei sindacati, il nuovo Piano socio-sanitario varato dalla Regione Veneto di recente e in fase di applicazione a livello territoriale, che sta già definendo in modo sempre più conclusivo quelle che Vittorino Deganello, Segretario generale dei pensionati della Cisl Vicenza, ha definito le “quattro colonne portanti della nuova sanità regionale”, ossia l’ospedale che cura le acuzie, le strutture a lunga degenza , i servizi domiciliari e il medico di base, la cui figura, in particolare, è stata recentemente rivista e collocata nella nuova struttura della medicina integrata.
Fondamentale importanza nel nuovo Piano socio-sanitario assumono le strutture di ricovero intermedio e l’assistenza domiciliare che devono essere ben organizzate per dare al paziente un servizio 24 ore su 24, e il nuovo modello della medicina integrata, della quale proprio Piovene Rocchette è esempio pionieristico. Iniziato il 4 febbraio di quest’anno con la riunione dei 6 medici di base all’interno della stessa struttura con lo scopo di dare al cittadino sempre un medico a disposizione, evitando di rimuovere l’ancora amata figura del medico di famiglia. A questo proposito il coordinatore dei 6 medici di base di Piovene Massimo Grotto si è detto soddisfatto di questi primi mesi di rodaggio, in particolare della “gestione dei dati in rete, in modo che tutti e sei potessimo conoscere le problematiche di ogni singolo paziente. Anche la sede fisica è stata ristrutturata bene e regge l’urto della nuova tecnologia”.
LA DG CARRARO RESPINGE LE ACCUSE: ‘SIAMO UN MODELLO’
Daniela Carraro, Direttore generale della Ulss 4, chiamata a intervenire sulla spinosa questione dell’Ospedale unico riguardo ai cambiamenti strutturali e alle vecchie questioni quali il project financing, la riduzione dei tempi di degenza e i costi della nuova struttura, ha sfoderato nel suo intervento l’ormai nota verve combattiva e proprio non ci è stata ad affrontare passivamente le insinuazioni sulle presunte pecche della struttura. In particolare, l’accusa di spreco che da sempre sovrasta come un’ombra sull’ospedale di Santorso, viene rigettata con forza, dati alla mano: “Abbiamo acquistato 771 nuove attrezzature, ma questo non vuol dire che quelle vecchie sono state tutte buttate. Tutto quello che si poteva utilizzare è stato utilizzato. Nuovi macchinari significano anche meno spreco di energia e meno pericolo per gli operatori. Si contano sulle dita di una mano gli ospedali a norma nel
Veneto per quanto riguarda l’antisismico, senza contare che stiamo diventando punto di riferimento a livello medico anche per gli ospedali di Vicenza per quanto riguarda i neonati prematuri”.
Anche il Project financing è stato difeso dalla ‘guerriera’ Carraro: ‘ha abbreviato i tempi dei normali appalti e come garanzia di trasparenza, che è il nostro fiore all’occhiello, poiché tutti possono vedere cosa spendiamo centesimo per centesimo attraverso il nostro bilancio sociale pubblicato sul sito della Ulss 4, semplificato recentemente anche per chi ha poco tempo per leggerlo’.
“Il nuovo servizio socio sanitario”, ha specificato inoltre il Direttore generale della Ulss,” è studiato per gestire una situazione enormemente stratificata e per dare assistenza sempre più capillare. A questo proposito puntiamo sempre di più sulla prevenzione, che sarà la vera ancora di salvezza per snellire le problematiche della sanità e vero futuro della medicina’.
Nell’ottica infine di rendere la struttura in equilibrio tra costi e benefici anche i tempi di attesa per le visite sono giustificati innanzi tutto dalla precedenza data alle urgenze. “È ovvio che le visite di controllo non le possiamo mettere in prima fila”, ha continuato la Carraro, “prima di tutto dobbiamo gestire i pazienti con sospetto di tumore o altre gravi patologie, e in questo è centrale la figura del medico di base. Capisco che l’attesa può sembrare un sintomo di inefficienza, in realtà purtroppo i costi non ci permettono di agire in modo diverso, altrimenti l’onere in termini economici per il cittadino sarebbe decuplicato”.
Marta Boriero