Non hanno digerito le dichiarazioni del manager di Azienda Zero, che, tramite stampa, ha accusato i medici di famiglia di non aver fatto tamponi. ‘Anzichè scioperare, fate tamponi’: apriti cielo, è scoppiato un bubbone, che non sarà facile da cicatrizzare. Si è aperto un vulcano di veleni incandescenti, tutto il malumore, il malcontento, la frustrazione di chi ha patito la pandemia con un carico di lavoro estenuante, alla luce anche della mancanza di colleghi, che sono andati via o in pensione. E in Veneto la situazione è cronica, con interi paesi scoperti e la ‘soluzione’ proposta dalla Regione di alzare il massimale dei professionisti che da 1500 potrebbero passare a 1800 pazienti. Anche in questo caso, l’accusa alla Regione vEneto di non averli interpellati, di non aver instaurato un confronto e di aver agito senza chiedere loro.

‘Le dichiarazioni di Luciano Flor, direttore generale della Sanità della Regione Veneto demonizzano, ingiustamente, la categoria dei medici di medicina generale’. Ci va giù dura Liliana Lora, segretario in Veneto del Sindacato medici italiani (Smi) rinfacciando l”evidenza’ dell'”ultima evoluzione della pandemia per capire quale sia il ruolo della medicina generale. In Veneto, infatti, vi sono stati 15.631 nuovi casi nel fine settimana, in totale da inizio pandemia 1.134.997 contagi e 36 vittime. I ricoveri ospedalieri sono stati 1.779 ordinari, oltre ai 182 in terapia intensiva. Vorremmo chiedere al direttore generale della Sanità della Regione Veneto ma gli altri malati chi li prende in cura?”. Con Flor lo scontro si è acceso nei giorni scorsi: il direttore generale della Sanità in Veneto, di fronte all’ipotesi di sciopero dei medici di base, ha difeso il lavoro della sanità veneta e rinfacciato a medici e pediatri scontenti il basso numero di tamponi che ogni giorno vengono fatti in Veneto.

‘La nostra disponibilità nel contrasto alla pandemia non è stata mai in discussione ed è stata piena e completa. Mai abbiamo fatto ricorso contro l’esecuzione volontaria dei tamponi che, tra l’altro, sono regolati d’accordo sindacale nazionale, così come abbiamo assicurato tutto il nostro sostegno alla campagna vaccinale. Notevoli problemi, invece, abbiamo riscontrato al livello regionale nelle procedure organizzative dell’effettuazione dei tamponi”, replica Lora ricordando che gli studi medici di medicina generale “non sono tamponifici o centri vaccinali, curano anche tutte le altre patologie che attualmente non trovano risposte nelle sedi ospedaliere, oberate, purtroppo, dall’attività Covid’.

E comunque ora i medici di medicina generale del Veneto non sono disposti ad arretrare rispetto alle problematiche che pongono: la categoria ha “pagato un grande tributo di vite in questa pandemia, siamo stati in prima linea spesso senza dispositivi di protezione individuale e tutele, per queste ragioni non siamo più disponibili a pagare le inefficienze del servizio sanitario regionale; né tantomeno siamo disposti a diventare vittime sacrificali di politiche sanitarie inefficaci. I medici chiedono di essere ascoltati per poter svolgere al meglio il loro ruolo per la salute dei cittadini”, conclude Lora.

N.B.

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