di Federico Piazza
Tiene la ghisa, nonostante il calo della domanda generale. Fondamentale è la stabilità del prezzo dell’energia in questi mesi, fortemente calato dopo i picchi del 2022, anche se ancora doppio rispetto ai livelli pre-Covid. Lo conferma Franco Vicentini, presidente e amministratore delegato di VDP, gruppo di fonderie venete produttrici di ghisa sferoidale e grigia con sede a Schio, e vice presidente dell’associazione delle imprese italiane del settore Assofond.
“Il 2022 è andato abbastanza bene per le fonderie italiane con volumi importanti di ghisa e incremento dei costi compensato dall’aumento dei prezzi di vendita. Il 2023 è partito abbastanza bene, anche se ultimamente i volumi sono in calo perché molti clienti stano consumando il magazzino e il mercato si aspetta un ulteriore calo dei prezzi, quindi molti rinviano gli acquisti. Una riduzione che ci aspettavamo”, commenta Vicentini. Il settore italiano delle fonderie ferrose (ghisa e acciaio) e non ferrose (alluminio, ottone, etc.) è il secondo in Europa dopo quello tedesco e l’undicesimo al mondo con una produzione di 1,5 milioni di tonnellate di getti nel 2020 (dati CAEF – Comitato Europeo di Fonderia, rielaborazione Assofond). In tutto un migliaio di aziende, di cui il 25% nel Nord Est, con quasi 30mila dipendenti e un giro di affari di oltre 6,5 miliardi di euro (dati Istat 2019, rielaborazione Assofond).
VDP spa è nata a Schio nel 1992. Il Gruppo ha tre fonderie con quasi 400 dipendenti: quella scledense e le Anselmi ed ex Zen acquisite più recentemente in provincia di Padova. Produzione di ghisa di oltre 50mila tonnellate nel 2022, in linea con il 2021, con mercati diversificati per vari settori industriali (macchine agricole e per le costruzioni, navale, eolico, auto, etc.) soprattutto in Europa e Nord America. L’anno scorso il fatturato consolidato è aumentato del 40%, raggiungendo i 130 milioni di euro per effetto dell’adeguamento indicizzato del listino al caro energia e materie prime. “Quest’anno siamo in linea con i volumi dell’anno scorso, mentre i listini stanno scendendo riflettendo l’indicizzazione dei prezzi. Alcuni mesi fa ero più pessimista sull’andamento dell’economia e della domanda perché mi aspettavo un calo più marcato. Invece – nota Vicentini – il rallentamento in corso è gestibile, anche se l’incognita sarà dopo il rientro dalle ferie. Per ora ci stiamo difendendo bene, anche se è forte la concorrenza turca sui nostri mercati di riferimento”.
Quello delle fonderie è un settore energivoro. Vicentini sottolinea che la situazione quest’anno è sotto controllo sul fronte dei costi energetici, pur con prezzi dell’energia in Italia ancora più che doppi rispetto al 2019. Il credito d’imposta per le imprese ha aiutato l’anno scorso. Mentre quest’anno l’attuale stabilità dei prezzi aiuta la gestione anche a livello di relazioni con i clienti. E nelle filiere di fornitura internazionali le dinamiche sono stabili anche per i prezzi e l’approvvigionamento delle materie prime essenziali: rottami e pani di ghisa.
Tra le problematiche principali per il settore sottolineate dall’imprenditore scledense c’è quella del reperimento di figure professionali formate, relativamente poche rispetto al fabbisogno delle aziende e quindi molto contese tra fonderie: “Innanzitutto i manutentori, richiestissimi trasversalmente in più ambiti industriali. E poi gli operai per i reparti di produzione, anche per sostituire i lavoratori che vanno in pensione”.
L’altra sfida in prospettiva è quella della sostenibilità ambientale dell’industria fondiaria con relative misurabilità e comunicazione delle performance, e più in generale dei cosiddetti criteri ESG (Environmental, Social, Governance). “In VDP teniamo sotto controllo tutti i processi. Certo, in prospettiva dovremo anche comunicare di più e dimostrare quello che facciamo a livello di documentazione, come per esempio con il Bilancio di sostenibilità”, conclude Vicentini.