di Federico Piazza

Sono partiti bene i saldi invernali a Schio durante il weekend lungo della Befana, a detta di Guido Xoccato. Il presidente di Ascom Schio – Confcommercio ha osservato una notevole vivacità nei negozi e registrato impressioni positive dei colleghi commercianti del centro scledense. Un segnale quindi positivo, dopo che le vendite di Natale erano state invece sotto tono soprattutto per abbigliamento, calzature, profumeria e casalinghi.
La stagione dei saldi invernali in Veneto quest’anno va dal 4 gennaio al 28 febbraio. «Il bilancio ovviamente si farà alla fine – commenta Xoccato – ma posso dire che siamo partiti bene. Sabato 4, domenica 5 e lunedì 6 gennaio c’erano molte persone in strada e nei negozi, con acquisti grosso modo in linea con lo stesso periodo dell’anno scorso. Il periodo natalizio del 2024, invece, ha visto a Schio una tenuta sostanziale di turismo, ristorazione e in generale pubblici esercizi, ma un calo medio tra il 5% e il 10% rispetto al 2023 negli altri comparti».
Secondo le stime dell’Ufficio studi nazionale di Confcommercio, il 60% degli italiani prevede di fare degli acquisti di prodotti in saldo nei primi due mesi del 2025. La spesa complessiva sarà di 4,9 miliardi di euro, per un importo medio di 138 euro a persona e di 307 euro a famiglia. «Sono calcoli – osserva Xoccato – che includono anche le località a forte vocazione turistica, dove pesa di più la componente esperienziale dell’acquisto e in diversi casi elevata è l’incidenza della clientela straniera. Quindi questi dati non colgono le profonde differenze che ci sono a livello territoriale. Di sicuro non mi avventuro in previsioni su quali potrebbero essere la spesa media e la spesa complessiva per i saldi invernali nella nostra zona».
Una nota però il presidente di Ascom Schio la vuole dare sul fatto che, secondo rilevazioni generali di Confcommercio, sembra che sia in atto un parziale ritorno dei giovani consumatori agli acquisti in negozio rispetto ai canali on line, che comunque rimangono preponderanti per molte tipologie di prodotti.
In materia di saldi la questione essenziale, poi, è la diffusione nel corso degli ultimi anni delle pratiche degli sconti trainate dal web al di fuori dei paletti rigidi della normativa sui saldi. Pratiche che arrivano anche nei negozi fisici. Come ne caso, per esempio, del Black Friday autunnale, che sicuramente depotenzia i saldi invernali regolati molto più rigidamente in termini di calendario, obblighi di trasparenza nell’indicazione della scontistica applicata rispetto al prezzo iniziale dei prodotti e divieti di promozioni commerciali prima e durante. Anche perché molti consumatori che colgono le offerte di novembre poi snobbano quelle di gennaio. «All’inizio il Black Friday durava un giorno, come negli Stati Uniti dove questa pratica è nata. Ma oggi di fatto in Italia dura settimane, con scontistiche anche molto pesanti che per aumentare i volumi di vendita vanno a erodere i margini di molte imprese del dettaglio. Andrebbe ripensato tutto», conclude Xoccato.

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