L’export delle piccole e medie imprese manifatturiere del Veneto supera i livelli pre-Covid. Lo sostiene Confartigianato Imprese Veneto, basandosi sull’elaborazione degli ultimi dati Istat effettuata dal suo ufficio studi. “L’export manifatturiero Veneto, che nei primi sei primi mesi dell’anno tocca la soglia dei 33 miliardi di euro, va oltre di ben due miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019 (+6,5%). Un semestre segnato dal massimo raggiunto dalla nostra regione che, in un decennio, era passata da 20 a 30 miliardi (+33%)”, spiega Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto. Secondo i dati, a correre sono soprattutto i prodotti in metallo (+31,7%), i mobili (+31%) e l’abbigliamento (+30,8%). Cresce meno l’alimentare, che si ferma ad un +6% ma, del resto, aveva perso meno durante la pandemia. L’unica ombra, averte Boschetto, è “l’avvicinamento dei minimi storici del livello delle scorte delle imprese esportatrici influenzato da scarsa offerta di materie prime e tensioni sui prezzi delle commodities, soprattutto dei metalli”.
Dal momento che “la pandemia ha messo in luce i limiti del modello delle filiere lunghe e delle delocalizzazioni”, l’auspicio è che ora “si definisca un grande patto di filiera tra organizzazioni datoriali, sindacati, Regione Veneto che garantisca una produzione sostenibile a 360 gradi, nel pieno rispetto della legge, dei diritti dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente”, conclude Boschetto.