Dato che in Veneto una casa su quattro risulta sfitta (il che corrisponde a circa 4.000 alloggi vuoti o chiusi), il presidente di Ance Veneto, Paolo Ghiotti, chiede di aprire una sulla valorizzazione delle periferie. Che passi anche dal prendere il coraggio a quattro mani capendo che “la sostenibilità a volte passa anche attraverso la demolizione di un fabbricato che non ha più motivo di esistere per rendere il nostro terreno anche solo permeabile all’acqua. Per fare però tutto questo ci vuole un po’ di coraggio e la capacità di capire cosa il domani vuole da noi. E quindi di pensare in termini di progettualità”. Ghiotti prende appunto lo slancio dai dati sullo sfitto. “Se questi numeri possono essere in parte giustificati dalla presenza di immobili a uso turistico, che sono quindi abitati solo in determinati periodi dell’anno, è pur vero che molte abitazioni sfitte si trovano nelle periferie delle nostre città o in paesi molto piccoli. E questo probabilmente è dovuto a una mancanza di servizi che rende poco appetibili queste aree”. Di fronte a questo scenario il settore dell’edilizia “deve accettare di cambiare in virtù delle nuove esigenze e delle nuove risposte che siamo chiamati a dare- aggiunge Ghiotti- dobbiamo promuovere un concetto di edilizia che passi attraverso il restauro degli immobili oppure, dove non fosse possibile, la demolizione e ricostruzione. E questo in un’ottica di migliore vivibilità ma anche di riduzione del consumo del suolo. Un cambio di rotta tanto più urgente in Veneto, che per due anni consecutivi è stata la regione che ha consumato la maggiori quantità di terreni rispetto al resto d’Italia”.
Ghiotti chiede “di decidersi a entrare in una nuova era. Dobbiamo tentare di rendere sostenibile quello che c’è” convinto anche che il Pnrr “potrà dare un aiuto concreto poiché scaricherà a terra una grande quantità di denaro anche finalizzata a queste opere. Così come gli stessi bonus, che esisteranno ancora, anche se meno interessanti da un punto di vista economico. Saranno risorse strategiche per valorizzare le nostre periferie e campagne, luoghi magici che non devono essere abbandonati”. L’idea di fondo è che “dobbiamo smettere di pensare a una città fatta di centro e di periferia, ma a un unico nucleo. Ovvio che per fare questo sono necessari servizi e collegamenti che oggi mancano”.