Sempre più solidi, ma soprattutto pronti a correre verso un nuovo “trampolino di lancio”. È il ritratto di CNA Veneto Ovest che emerge al termine dell’assemblea annuale 2021, andata in scena sabato 2 ottobre dal Salone Superiore della Basilica Palladiana di Vicenza. Il trampolino è il nuovo piano industriale Jumpstart23, presentato ufficialmente alla nutrita platea di dirigenti artigiani e imprenditori delle province di Vicenza e Verona che sono intervenuti all’incontro nella straordinaria cornice offerta dal gioiello architettonico vicentino.
Sul tavolo numeri e bilanci dell’ultimo anno di attività associativa, ma soprattutto la strategia che CNA intende mettere in pratica passo dopo passo per portare avanti il proprio percorso di sviluppo, affiancando al meglio le imprese delle due province nel delicato momento della ripartenza. La parola chiave è presente, come ha spiegato nella relazione introduttiva la presidente Cinzia Fabris.
«Quest’emergenza ci ha lasciati tutti sospesi a tempo indeterminato, ma non è più il momento di guardare lontano per sperare in tempi migliori. Dobbiamo cominciare a fare qualcosa di importante oggi: gli artigiani e le imprese hanno bisogno adesso di ripartire, e ora più che mai è il momento dei giovani. Per questo vogliamo essere un’associazione sempre più presente e al presente, nell’orizzonte delle imprese che ci scelgono al loro fianco per accompagnarle al domani».
Un presente che non manca di nascondere insidie, nonostante il clima di ottimismo che si respira anche tra le piccole imprese. Dopo le difficoltà causate dalla carenza di materie prime, pesa infatti la minaccia di aumenti “monstre” sui costi per l’energia.
«Il nostro Paese – prosegue Fabris – si attende una crescita del Pil prossima al 6% ed è un bene, ma non va dimenticato che si tratta sempre di un rimbalzo post lockdown, e tutte queste incognite possono incidere molto su quanto andremo effettivamente a recuperare rispetto a ciò che è stato bruciato negli ultimi venti mesi. L’unica certezza di fronte a questi scenari è che dovremo dare ancora di più, continuando a mettere insieme le migliori forze che ogni giorno danno energia al Paese».
Gli asset della ripartenza
Ricambio generazionale, inclusione femminile, digitalizzazione e sostenibilità sono le coordinate che l’associazione intende perseguire prioritariamente per sostenere l’impresa che riparte.
«Sono gli asset strategici individuati dal Pnrr – aggiunge Fabris –, il quale disegna un’idea di Paese molto simile a quella che noi cerchiamo di perseguire da sempre. Ma le imprese da sole non possono farcela: serve unità d’intenti tra tutti gli attori del mondo economico, per costruire insieme progetti da portare avanti passo dopo passo fino al raggiungimento degli obiettivi».
CNA per prima vuole fare la sua parte: in questa direzione prosegue il percorso per l’ingresso di risorse giovani nella struttura associativa, con particolare attenzione alla parità di genere. E va avanti anche il percorso per la digitalizzazione di molti processi al fine di facilitare la relazione tra socio e consulenti, così come sono al via nuove iniziative per promuovere la sostenibilità a misura di pmi.
«È un piano che mette al centro le persone – chiarisce Alessandro Leone, direttore generale CNA Veneto Ovest -: ci sono gli imprenditori, che avranno un ruolo strategico nella sua implementazione grazie alla loro esperienza professionale e personale. E ci sono le risorse della nostra struttura, chiamate a crescere ancora per far crescere il bene delle aziende come risorsa comune. Tutto questo portando avanti un percorso di sviluppo che è anche nei numeri, grazie a una politica associativa sempre più fresca e lontana dai vecchi schemi, alla quale abbiamo aggiunto gli ingredienti di metodo, capacità di analisi e implementazione. Cioè tutti valori che stiamo cercando di trasmettere anche alle imprese, per renderle più forti di fronte a qualsiasi scenario di turbolenza da qui in avanti nel mondo produttivo».
Nuovo modello organizzativo
Così, mentre si consolida il patrimonio e il numero dei soci mantiene il trend in costante aumento dal 2016, Jumpstart23 punta a rendere l’associazione ancora più vicina alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Verso un modello organizzativo con configurazione “flat & speedy”.
«Abbiamo programmato una riorganizzazione interna – prosegue Leone – in grado di ridurre i gradi gerarchici per rendere più flessibile la nostra risposta soprattutto in caso di sollecitazioni imprevedibili. E poi vogliamo imparare a essere ancora più veloci, in particolare attraverso la digitalizzazione dei processi, perché spesso alle imprese le risposte che contano servono subito o quasi».
Tra le linee da seguire con particolare attenzione, la crescita di competenze del sistema. Un primo percorso di reskilling e upskilling è stato già avviato per il personale, e nel corso del biennio sarà esteso anche ai dirigenti artigiani seguendo il modello del cosiddetto longlife learning, cioè l’apprendimento portato avanti in modo costante per tutto il ciclo professionale.
Un polo di cultura d’impresa
«Puntiamo a diventare un acceleratore di competenze – aggiunge Fabris – per tutte le persone che ruotano attorno alla nostra struttura, sia associati attuali sia quelli futuri, e a cominciare naturalmente dal personale. In questo modo possiamo davvero diventare un polo di cultura, imprenditoriale ma soprattutto associativa. E non c’è strada migliore che rispondere con cultura e preparazione ai tempi incerti che ancora ci attendono».