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L’economia del Veneto rallenta: industria in crisi, resiste Edilizia e Turismo

Il Veneto, con la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti, dovrà trovare soluzioni innovative per affrontare le difficoltà e sfruttare le opportunità offerte dai mercati alternativi.

L’industria veneta attraversa un periodo di difficoltà, con un rallentamento che sta segnando l’andamento dell’intera economia regionale. Questo è quanto emerge dall’aggiornamento di fine anno sul rapporto economico 2024, presentato da Banca d’Italia. Pier Luigi Ruggiero, direttore della sede di Venezia dell’istituto di credito, dalle pagine del Corriere del Veneto, ha definito la situazione come una fase di “fermo, ma pronta a ripartire” per la manifattura regionale, un settore che sta attraversando uno dei passaggi più critici degli ultimi anni.

La manifattura in crisi: dati preoccupanti

Secondo le analisi condotte da Bankitalia-Venezia, la manifattura ha registrato un andamento negativo già a partire da maggio, con un ulteriore indebolimento nei mesi estivi e a settembre. L’indicatore “Venice”, che misura l’andamento generale dell’economia regionale, ha confermato il peggioramento della situazione. A questo si aggiungono i dati del sondaggio condotto tra settembre e ottobre su 340 imprese del Veneto, che hanno rilevato una flessione nei fatturati e nelle prospettive per i prossimi mesi. Nel dettaglio, il saldo tra le imprese che segnalano un calo del fatturato e quelle che prevedono una crescita è decisamente negativo, con una previsione di ulteriori difficoltà nei primi mesi del 2025.

Un dato particolarmente preoccupante riguarda anche l’andamento degli investimenti: le previsioni per il 2024 sono peggiorate rispetto a quelle iniziali, e il trend negativo si estende anche al 2025. A ciò si aggiunge l’impennata della cassa integrazione, con un aumento del 50% delle ore autorizzate tra gennaio e settembre 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, un segnale inequivocabile delle difficoltà del settore industriale.

Esportazioni in calo e difficoltà nei mercati alternativi

Le difficoltà della manifattura regionale non si limitano al mercato interno, ma si riflettono anche sulle esportazioni. Nonostante la strategia di diversificazione dei mercati, con un focus su destinazioni come gli Stati Uniti, anche i mercati alternativi stanno mostrando segni di rallentamento. Le esportazioni verso gli Stati Uniti, che rappresentano circa il 9% dell’export veneto, sono calate del 5,8% nel primo semestre del 2024. Pier Luigi Ruggiero ha sottolineato la difficoltà del sistema produttivo regionale nell’adattarsi a queste nuove aree, dove la crescita del commercio internazionale è debole. In particolare, la piccola dimensione delle imprese venete si sta rivelando un ostacolo nell’affrontare sfide globali, benché i contratti di filiera possano rappresentare un’opportunità.

Settori in crescita: edilizia e turismo

Nonostante la stagnazione dell’industria, il Veneto può contare su alcuni settori che stanno mantenendo un buon ritmo di crescita. Tra questi spicca il comparto edilizio, che sta beneficiando degli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e degli interventi privati, sostenuti anche dai bonus edilizi al 50%. La ripresa dei mutui casa, grazie alla discesa dei tassi di interesse, ha inoltre dato una spinta agli investimenti nel settore. Il numero delle ore lavorate nelle Casse edili è aumentato nel primo semestre, segnalando un ritorno alla vitalità per questo comparto.

Anche il turismo sta mostrando segnali di recupero, con le presenze che hanno superato i livelli pre-pandemia. Nel primo semestre del 2024, il turismo estero ha visto una crescita del 3,3%, contribuendo a un incremento complessivo delle presenze del +1,3%. L’industria turistica veneta, dunque, sta beneficiando di una ripresa della domanda internazionale.

La situazione del credito e le difficoltà delle imprese

Se da un lato i consumi delle famiglie sembrano mostrare segnali positivi, con un recupero del credito a settembre, le imprese continuano a fare i conti con una situazione di incertezze economiche. Il credito alle imprese, in particolare alle piccole, è sceso dell’8,5% a giugno e solo parzialmente recuperato a settembre (-4,8%). Questo calo, insieme alla mancanza di ordini e di investimenti, sta creando una situazione di “attendismo” che sta frenando la crescita delle imprese. Come sottolineato dal responsabile della sede di Bankitalia-Venezia, Fabio Mengotto, la debolezza del credito e la scarsità di liquidità sono legate a una carenza di ordini e investimenti da parte delle imprese, in un contesto di incertezze economiche globali.

Fonte Corriere del Veneto