AltoVicentinOnline

In Veneto servono cuochi, camerieri e baristi, ma i giovani snobbano questi lavori

Il turismo e l’intero settore dell’indotto, tornano in positivo dopo l’emergenza sanitaria e il lockdown. I dati generali mostrano che al 2022 non si è ancora arrivati ai livelli pre-Covid del 2019. Sono mutati i profili richiesti ma anche la collocazione contrattuale con un netto aumento delle posizioni a tempo determinato a discapito delle assunzioni a tempo indeterminato. Queste alcune delle tendenze emerse nell’incontro “Turismo: l’evoluzione delle imprese e la sfida del capitale umano organizzato a Venezia, presso i suggestivi spazi della Scuola Grande di San Rocco, da Manageritalia Veneto e Ciset. Si tratta del secondo appuntamento del progetto quadriennale “Turismo: Giovani – Imprese – Lavoro. Il Veneto verso Milano – Cortina 2026”, promosso da Manageritalia Veneto e CISET, in stretta collaborazione con Confcommercio Veneto, Federalberghi Veneto e Confindustria Veneto e tutti gli stakeholder pubblici e privati, nato per stimolare istituzioni, scuola e operatori a riflettere sul futuro dei turismi in Veneto e sul valore del capitale umano nel settore.

Si è partiti dai dati, considerando il bacino dei servizi turistici individuati da Veneto lavoro, che vedono nel 2022 la presenza di 36mila imprese attive per 51mila localizzazioni e 211mila addetti in Veneto (il 9,5% del totale nazionale). Un quadro simile a quello dell’Emilia Romagna, regione storicamente a vocazione turistica. Il numero di occupati in Veneto è in realtà di poco inferiore al 2019 (-2%). Dunque, quasi un ritorno alla normalità.

Riguardo i servizi, si nota una stagnazione del valore della produttività. Dall’analisi delle retribuzioni, emerge un aumento di quelle relative al settore artistico e dell’intrattenimento, a fronte di retribuzioni più contenute nei settori alberghiero e della ristorazione. Aumentano anche le assunzioni di lavoratori dipendenti: +5,6% rispetto al 2019, con un incremento rilevante dei servizi alla persona (+28%). Inoltre, nel primo semestre 2023 si registra uno scatto rispetto al 2022: +8%, ovvero 7mila assunzioni in più.

Il turismo, relativamente alle assunzioni, cresce più degli altri settori, con una concentrazione maggiore del lavoro a tempo determinato +8% e part-time, anche se nel 2022 si è notato un incremento del full-time (+11%). Le donne sono il 49,5%, che però nel 2022 vengono superate dagli uomini (50,5%). L’indagine rileva, inoltre, una significativa incidenza di professioni qualificate dei servizi (2 assunzioni su 3), con una crescita del 43% delle professioni intellettuali. La fascia di età dove più si concentra il lavoro è quella tra i 15 e i 29 anni (+9% rispetto al 2019). Prosegue invece la flessione dei laureati e aumentano le assunzioni di personale con bassi titoli di studio. Aumentano le assunzioni di stranieri: nel primo semestre 2023 +16,2% rispetto agli italiani.

Significativo il quadro dei profili professionali più richiesti nei primi 7 mesi del 2023, nell’ambito di sette specifici comprensori turistici. In assoluto il profilo più richiesto è quello di cameriere di ristorante, seguito dai cuochi e dai baristi. Nei comprensori delle Dolomiti, delle città d’arte, della costa, del lago di Garda, delle Colline del Prosecco e dell’Altopiano di Asiago l’indagine rileva anche la richiesta significativa di personale non qualificato nei servizi di ristorazione. Altro profilo richiesto è quello dei camerieri di albergo. Fanno eccezione i comprensori del lago di Garda e delle terme Euganee che richiedono anche personale non qualificato addetto alla pulizia delle camere e le Colline del prosecco dove sono richiesti soprattutto a addetti al banco nei servizi di ristorazione.

“Negli ultimi anni – spiega Lucio Fochesato, presidente Manageritalia Veneto, che ha aperto l’evento – ci troviamo a dover fare i conti con una disaffezione dei giovani verso il lavoro nel turismo, settore visto come impegnativo e faticoso, poco flessibile (turni, lavoro nei giorni festivi, molte ore di lavoro e pochi giorni di riposo) a fronte di contratti stagionali, o comunque a termine, e quindi lavoro precario e instabile e magari non sempre ben retribuito”. Dobbiamo continuare a lavorare sulla formazione ma anche sull’offerta, da parte delle imprese, di interessanti percorsi di crescita professionale ed economica affiancati da nuovi modelli di business e premialità come: l’alloggio, assicurazioni sanitarie e una migliore gestore dei turni di lavoro utili a migliore work life balance per attrarre capitale umano”

“Il sistema turistico – spiega F ederico Caner, Assessore al Turismo Regione Veneto – deve puntare su meno numeri e più valore aggiunto, sulla qualità. Il lavoro di Manageritalia Veneto e Ciset fondamentale perché aiuta a riconoscere le problematiche, condividerle per poi trovare misure risolutive. Bisogna attivare progetti pilota coinvolgendo le associazioni di categoria più importanti e le aziende. Serve migliorare il lavoro nel turismo e serve più sinergia tra pubblico e privato e oltre ad un intervento dello Stato volto alla defiscalizzazione”.

“Il nostro turismo è fatto da tante piccole imprese che hanno sempre più la necessita di una maggiore managerialità nelle gestione e nella programmazione per elevare l’offerta, la qualità dei servizi e del personale che vi opera” così E lena Donazzan, Assessore al Lavoro Regione Veneto che prosegue: Insieme a Manageritalia in questi anni abbiamo avviato un percorso condiviso per favorire il cambiamento di mentalità e di gestione delle imprese necessari ad attrarre e trattenere i lavoratori attraverso percorsi di crescita formativa”