Nei primi sette mesi del 2023 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +85.400 posizioni confermando la complessiva crescita occupazionale già evidenziata nella parte iniziale dell’anno ma che, da maggio, ha mostrato alcuni segnali di rallentamento. Il saldo di luglio, in buona parte condizionato dalla stagionalità turistica estiva, è positivo per +2.700 posizioni in miglioramento rispetto al 2022. La ‘Bussola’ di Veneto lavoro, inquadra così i primi sette mesi del 2023 segnalando quindi che il volume complessivo delle assunzioni effettuate in questo arco di tempo si mantiene elevato, al di sopra dei livelli registrati nel 2019 (+6%) ed in crescita del +1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche a luglio le assunzioni sono più di quelle registrate nel 2019 (+4%), tuttavia ma in calo del 2% rispetto al 2022. Parallelamente, la crescita delle cessazioni osservata nei primi mesi del 2023 è andata progressivamente attenuandosi e nel periodo gennaio-luglio, il volume complessivo è risultato in leggero calo rispetto ai valori particolarmente elevati registrati nel 2022 (-1%). A luglio il calo delle cessazioni è stato più marcato, attestandosi al -6% rispetto all’anno precedente. La crescita occupazionale nei primi sette mesi dell’anno risulta trainata sia da un nuovo ulteriore rafforzamento delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato (+26.600), sia dalla crescita del tempo determinato (+56.500). Per entrambe le tipologie contrattuali si registrano saldi positivi e in crescita rispetto al 2022 che, nel caso del tempo determinato, risultano superiori ai livelli pre-pandemici.
Sui sette mesi del 2023, l’incremento delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato va ricondotto prevalentemente ad un rafforzamento delle trasformazioni contrattuali (+3% rispetto al 2022) che si contrappone alla leggera flessione rilevata per i nuovi reclutamenti (-1%). Nel caso del tempo determinato, la crescita è invece attribuibile ad un aumento delle assunzioni del +2%. Luglio segna un saldo del tempo indeterminato positivo (+2.200 posizioni di lavoro) migliore di quello relativo allo stesso mese del 2022 ed è dovuto soprattutto alla riduzione delle cessazioni (-7%) registrata contestualmente al calo delle assunzioni (-4%) e delle trasformazioni (-4%). Nel caso del tempo determinato il saldo è di pochissimo positivo (poco meno di un centinaio di posizioni di lavoro), mentre le assunzioni risultano in lieve calo rispetto all’anno precedente (-1%). Per quanto riguarda i rapporti di apprendistato, il bilancio nel periodo gennaio-luglio, pur positivo, mostra una leggera riduzione rispetto al periodo precedente ed anche a luglio il contemporaneo calo sia delle assunzioni (-6%) che delle conferme a tempo indeterminato (-6%) limita il saldo positivo a +430 posizioni di lavoro. Le assunzioni part-time, complessivamente in crescita nel periodo gennaio-luglio (+2%), risultano in leggero calo a luglio (-1%). Nei primi sette mesi dell’anno l’incidenza sul totale delle assunzioni si conferma, come nel 2022, al 31%; a luglio il peso del part-time raggiunge il 34% (23% nel caso degli uomini e 50% tra le donne) attestandosi ad un livello superiore a quello registrato negli anni precedenti.
Il calo delle conclusioni contrattuali registrato a luglio interessa tutte le motivazioni alla base della chiusura del rapporto di lavoro. In termini assoluti la riduzione interessa soprattutto i rapporti di lavoro a termine, i licenziamenti economici individuali (in proporzione quelli che registrano il calo maggiore rispetto l’anno precedente) e le dimissioni Guardando poi alle principali componenti socio-anagrafiche, il rafforzamento del bilancio occupazionale nei primi sette mesi del 2023 è trainato dalla crescita delle posizioni di lavoro in essere per le donne e, in relazione alla cittadinanza, dai lavoratori stranieri. A il saldo è positivo soprattutto per gli uomini (+2.500 posizioni di lavoro contro le 150 nel caso delle donne) e pressoché in egual misura per italiani e stranieri. La leggera crescita delle assunzioni registrata nell’intero periodo gennaio-luglio risulta interessare soprattutto gli uomini (+2% a fronte di una stabilità delle donne) e gli stranieri (+7%, contro invece il -1% registrato per gli italiani). La flessione invece osservata a luglio riguarda soprattutto la componente femminile (-6% rispetto ad una sostanziale stabilità per gli uomini) ed i lavoratori italiani (-4%, contro il +3% degli stranieri). Per quanto riguarda la distribuzione delle assunzioni in relazione alle classi di età, la crescita di gennaio-luglio è riconducibile soprattutto alle componenti più giovane e più adulta della forza lavoro. Il bilancio dei primi sette mesi del 2023 è positivo e migliore di quello del 2022 in quasi tutte le province del Veneto, con l’unica eccezione di Rovigo dove si registra un saldo (pur positivo) leggermente al di sotto di quello dell’anno precedente.
La domanda di lavoro nel settore industriale veneto mostra un calo del -6% rispetto all’anno precedente ma registra un numero complessivo di assunzioni che si mantiene ancora al di sopra dei livelli raggiunti nel 2019. Il calo dei reclutamenti rispetto al 2022 interessa soprattutto alcuni comparti del metalmeccanico (in particolare macchine elettriche e mezzi di trasporto), le industrie della chimica-plastica ed alcuni ambiti del made in Italy (industria conciaria, legno mobilio, calzature ed occhialeria). Il saldo del periodo è positivo e migliore rispetto all’anno precedente nel terziario dove si registra anche un nuovo rafforzamento delle assunzioni. In quest’ambito occupazionale, il bilancio dei primi sette mesi dell’anno è positivo per +64.000 posizioni di lavoro e i nuovi reclutamenti mostrano un incremento del +4% rispetto all’anno precedente. A trainare le performance positive registrate per il terziario sono soprattutto le attività legate al settore turistico in corrispondenza delle quali si registra sia una crescita delle assunzioni che delle posizioni di lavoro in essere. Dal 23 febbraio 2020 alla fine dell’ultimo mese osservato, il saldo occupazionale grezzo rilevato per il lavoro dipendente privato con riferimento ai tre principali contratti è positivo per +137.400 posizioni di lavoro