La manodopera che manca alle imprese della meccatronica? Arriverà (anche) dal Marocco. Alle imprese di questo settore in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna è infatti destinato il contingente di 500 lavoratori appositamente formati da inserire per soddisfarne i fabbisogni occupazionali. A promuovere la mobilità professionale di lavoratori qualificati tra i Paesi del Nord Africa e l’Italia per rispondere alla carenza di manodopera, “garantendo al contempo la protezione dei lavoratori nel processo migratorio”, ci prova il progetto “Thamm Plus”, finanziato dall’Unione Europea e gestito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Nell’ambito dell’iniziativa sono coinvolti i servizi pubblici per il lavoro del Veneto, dell’Emilia Romagna e della Lombardia per, appunto, gestire l’arrivo di 500 lavoratori appositamente formati da inserire nelle imprese della meccatronica situate nelle tre regioni coinvolte, spiega in una nota la Regione Veneto. “Attraverso questa importante iniziativa- dichiara l’assessore al Lavoro, Valeria Mantovan- anche la Regione Veneto contribuirà a promuovere una migrazione legale dal Marocco, potenziando le competenze della forza lavoro nel settore della meccatronica, partendo dall’identificazione dei profili più richiesti dalle imprese nei singoli territori”. In Veneto in particolare, operando in sinergia con la Direzione Lavoro della Regione, Veneto Lavoro offrirà un servizio specialistico di informazione e consulenza dedicato alle imprese del territorio interessate ad aderire al progetto Thamm Plus e, più in generale, ad avviare percorsi di reclutamento dall’estero.
Il progetto Thamm Plus si fonda sulle disposizioni dell’articolo 23 del Testo unico sull’immigrazione “Corsi di istruzione e formazione professionale nei Paesi di origine”, che consente l’ingresso e il soggiorno di lavoratori stranieri extra quota per lavoro subordinato in Italia, a seguito della partecipazione del lavoratore a un corso di formazione professionale e civico-linguistica nel Paese di origine. La norma si rivolge in particolare ai Paesi con cui l’Italia ha stabilito accordi di cooperazione in materia di migrazione, permettendo alle aziende italiane di selezionare lavoratori qualificati e rispondere in maniera flessibile e mirata alle esigenze produttive locali. “Questo strumento consente quindi di facilitare il reclutamento di manodopera estera in modo sicuro e strutturato, supportando le imprese italiane nell’individuazione di competenze specifiche difficili da reperire nel mercato del lavoro interno”, spiega la Regione Veneto.