Il problema non è Thiene o Schio …il vero cambiamento sta in tutti i centri storici oramai, perché è cambiato il modo di vivere e di approcciarsi ad un acquisto consapevole, in più la concentrazione del web ( tassazione al 15 % ) e il calo del potere di acquisto ha fatto il resto . Poi ci dovrebbe essere un progetto urbanistico ben chiaro anche dei nostri amministratori su come decidere di ” salvare ” non solo il commercio di vicinato ma la socialità e vivacità dei nostri bellissimi paesi”. Sono le parole di Guido Xoccato, presidente di Confcommercio di Schio, appassionato del suo ruolo e paladino dei cosiddetti “negozi di vicinato”, quelli che creano “umanità” in centri storici sempre più deserti. Xoccato non si stanca di invitare i cittadini all’acquisto consapevole, quello che sollecita il consumatore a frequentare i negozi piuttosto che le fredde catene commerciali magari decentrate per tenere in vita l’anima delle città. L’ultima volta lo ha fatto in occasione del blitz nel centro storico di Thiene dove l’artista ‘Freak Of Nature’ ha segnato i negozi chiusi: ben 84. Un blitz nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, e che al risveglio della città ha fatto trovare le vetrine addobbate col suo classico logo: un fascio di canne di bambù e la numerazione in rosso.
“La colpa è dei centri commerciali”
Tra i commenti sotto l’articolo dell’artista ‘Freak Of Nature’, c’è chi dà la colpa a chi non compra nei negozi di vicinato e va al Tosano. Ma c’è anche chi replica che chi va al Tosano non può permettersi il negozietto sotto casa, dove il pomodoro sarà a km zero, ma costa 3,50 euro al chilo. Chi ha famiglia e figli, deve comprare libri e zaino, è normale che vada dove risparmia, anche se deve scendere a compromesso con la qualità. ” A tutti piacerebbe andare a comprare al negozio del centro, ma non mi vergogno a dire che non rientra nelle mie possibilità”.
Il ruolo del web
Per non parlare del ruolo di Amazon, i vari Shein e Temu, soprattutto i giovani sembrano dipendenti dall’acquisto online e forse qualcuno dovrebbe essere meno ipocrita predicando l’importanza del negozio fisico, quando è il primo a cui vedi recapitare il pacco dal postino con su scritto il nome dell’ecommerce estero, dove ha trovato un oggetto a prezzo più conveniente. Stando a quanto si scrive sui social infatti, si dovrebbero disertare i centri commerciali che dovrebbero essere chiusi alla domenica, ma quello stesso utente magari lo vedi comprare e stare in fila alla cassa con il carrello pieno di offerte. Chi di noi non li ha visti? E quanti baristi abbiamo notato comprare alcolici nel reparto superfornito del Tosano?
Gli affitti carissimi
Come può però, un negozio che paga 3mila euro al mese per una sola vetrina competere con un discount? E’ chiaro che non può permettersi quei prezzi, dovento pagare certe cifre. E nonostante molte amministrazioni comunali come Thiene e Schio abbiano tentato una mediazione tra commercianti e proprietari di immobili, anche in questo caso, a Schio si è riscontrata maggiore voglia di venirsi incontro. L’allora assessore al commercio Alberto Samperi, subito dopo il covid aveva tentato un dialogo, trovando però un muro di gomma con certe famiglie, che pur di non abbassare l’affitto, si accontentano di lasciare il negozio sfitto.
Nella primavera scorsa quando Guido Xoccato ha accettato il rinnovo della carica al timone di Concommercio ha ribadito il suo impegno partendo “dal rapporto tra la progettazione urbanistica e lo sviluppo commerciale del territorio, dalla rigenerazione urbana dei centri storici e delle frazioni, dall’importanza dei negozi di vicinato come presidi essenziali per la socialità e la sicurezza dei luoghi, dall’attività dei distretti del commercio, dalla formazione professionale alla divulgazione del significato di acquisto consapevole e responsabile per un approccio sostenibile alla spesa”.
N.B.