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Il Veneto conquista il mondo: l’export del vino punta a 3 miliardi nel 2024

La crescita del “Made in Veneto” nel mondo non si arresta, e con il “sistema vino” l’export regionale è proiettato a raggiungere la cifra record di 3 miliardi di euro nel 2024. Questo trend positivo emerge da un’analisi condotta dal Centro Studi Divulga per Coldiretti, che ha messo in luce i dati relativi all’andamento delle esportazioni vitivinicole venete.

Nonostante le difficoltà e l’incertezza del contesto internazionale, come sottolinea Giorgio Polegato, presidente della Consulta regionale vitivinicola e di Coldiretti Treviso, i prodotti vinicoli veneti continuano a conquistare i mercati globali. Questo successo è il frutto di un lavoro congiunto tra Regione, Veneto Agricoltura e i principali Consorzi di Tutela del Veneto.

Il 2024 si prospetta come un anno straordinario, con l’export vinicolo regionale che potrebbe superare per la prima volta i 3 miliardi di euro. Questo risultato conferma il Veneto come leader assoluto in Italia, rappresentando ben il 37% delle esportazioni vitivinicole italiane. A conferma della sua posizione preminente, il valore complessivo delle bottiglie di vino Doc/Igt prodotte in Veneto è stimato in 4,3 miliardi di euro, un valore più di tre volte superiore a quello del Piemonte, la seconda regione italiana in termini di export.

Un contributo fondamentale a questo successo viene dal Sistema Prosecco, che comprende tre denominazioni: Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg, Asolo Prosecco Docg e Prosecco Doc. “La crescita del Prosecco Doc è davvero impressionante”, osserva Polegato, “con una produzione che ha raggiunto i 660 milioni di bottiglie, un aumento del 7,1% rispetto al 2023”. Un ruolo importante in questo sviluppo è giocato dal Prosecco Rosé, la cui produzione è aumentata del 20%, arrivando a costituire il 10% dell’intera produzione della Doc. Grazie a questi numeri, il Veneto continua a essere riconosciuto come la “sparkling wine valley” per eccellenza.

Il Veneto, però, non si distingue solo per la quantità, ma anche per la qualità dei suoi vini. Un esempio significativo è rappresentato dal Pinot Grigio, che in questa regione può essere prodotto solo con denominazione di origine, una scelta che sta premiando le cantine locali. Il Consorzio delle Venezie ha registrato una crescita del 3% nel numero di bottiglie prodotte e un incremento ancora più significativo nel valore delle vendite, con quotazioni all’ingrosso superiori a un euro per la materia prima.

Tutti questi segnali positivi arrivano in un momento di grande difficoltà per le oltre 26 mila cantine del Veneto, che stanno facendo i conti con un’impennata dei costi di produzione, influenzata anche dai cambiamenti climatici.

Infine, la composizione del vigneto veneto evidenzia una netta prevalenza delle varietà a bacca bianca, che rappresentano il 75% del totale. Tuttavia, Verona continua a essere un punto di riferimento per i grandi vini rossi veneti, con l’Amarone e la Valpolicella che, nonostante le difficoltà del mercato, riescono ancora a mantenere un valore straordinario riconosciuto a livello internazionale.