È Robert Arapi il fiscalista scledense residente a Santorso arrestato dalla Guardia di Finanza nell’ambito della frode sui bonus edilizi da un miliardo e mezzo di euro.
Il totale degli arrestati nell’ambito dell’operazione è stato complessivamente di dieci persone, tutti coinvolti a vario titolo nel vasto giro di false fatturazioni, che sarebbero state utilizzate non solo per documentare al fisco lavori edili mai realizzati, ma anche per riciclare i proventi dell’illecita attività, per un ammontare di almeno un miliardo e settecento milioni di euro.
La maxioperazione, coordinata dalla Procura di Asti, e condotta dal Comando della Guardia di Finanza di Asti, scattata tra agosto e settembre 2022, ha fatto emergere una gigantesca truffa ai danni dello Stato architettata da un’associazione fraudolenta radicata principalmente in Campania e in Veneto.
“Questa enorme quantità di crediti fiscali – come ha affermato la Guardia di Finanza di Asti – sarebbe stata generata solo sulla carta, innanzitutto grazie all’opera di un commercialista con studio al Vomero, Napoli, e a un suo stretto collaboratore, cittadino albanese, con studio a Schio (Vicenza); utilizzando partite Iva intestate per lo più a prestanome, gli attori inserivano nei cassetti fiscali dell’Agenzia delle Entrate dati ritenuti non veritieri”.
Stando alle accuse gli ideatori della gigantesca truffa sarebbero stati quindi un commercialista casertano, Enrico Maria Giuffrida, 55 anni, residente a Mondragone e con studio a Napoli nel quartiere bene del Vomero, e con lui il fiscalista scledense Robert Arapi, 37 anni.
Sarebbe stato proprio Arapi a mettere in contatto due impresari edili astigiani, Eduard Sinani e Dashnor Lushnjari, con il commercialista napoletano, poi diventati tutti ideatori della maxitruffa.
Il procuratore astigiano Biagio Mazzeo, che ha coordinato le indagini con il pm Gabriele Fiz, ha definito «Menti raffinatissime», il commercialista campano e il giovane consulente scledense.
In totale l’operazione ha visto coinvolte a vario titolo 37 persone e 68 tra ditte e società. Le accuse sono associazione a delinquere, truffa nei confronti di enti pubblici, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Fabrizio Carta