L’Inps regionale ha diffuso i dati sugli ammortizzatori sociali, che mostrano nel primo semestre 2024 30,8 mln di ore di Cigo autorizzate. A livello territoriale: Rovigo +176%, Treviso +101% e Venezia +13%.
Preoccupa Vicenza dove le richieste straordinarie (Cigs) sono triplicate a 910 ml. Ma anche Treviso, stando ai numeri diffusi con una nota dal direttore regionale Filippo Pagano, sulla base delle richieste giunte nei primi 4 mesi dell’anno, in cui si riscontra una forte lievitazione (+75,74%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per la Cassa ordinaria (Cigo), con un rafforzamento dell’11,1%, invece, per la Cassa normalmente utilizzata per gli stati di crisi conclamati, ossia la Cigs.
Un raffronto con le dinamiche delle regioni del Nord, generalmente assunte come riferimento, vede il Veneto esprimere per la Cigo una tendenza più accentuata sia rispetto al Piemonte (+61,53%), sia all’Emilia Romagna (+69,09%) e distaccarsi nettamente dalla Lombardia (+37,55%). Pur tenendo presente che poi occorrerà fare i conti con le ore effettivamente sfruttate – il cosiddetto «tiraggio» -, non può non risultare evidente la sofferenza del comparto manifatturiero regionale, riflessa dalle richieste di Cigo raccolte nelle sole province di Vicenza e Treviso, le più rappresentative in questo ambito, le quali, da sole, assorbono metà dei fabbisogni manifestati dall’intero Veneto. In termini assoluti, Treviso e Vicenza hanno visto autorizzate oltre 5milioni di ore ciascuna, a fronte di 1,5 milioni a Venezia, 2,2 a Verona e 2,7 milioni a Padova.
Dalle pagine del Corriere del Veneto,Tiziana Basso, segretaria generale della Cgil del Veneto ha detto che si tratta “tema sul quale nei mesi scorsi avevamo già espresso la nostra preoccupazione – osserva Tiziana Basso, segretaria generale della Cgil del Veneto – e che si collega direttamente agli affanni della Germania. Noi siamo una parte consistente della “filiera lunga” delle imprese tedesche, in particolare dell’automobile, e la scelta di molte di esse di internalizzare produzioni prima affidate a terzi, contribuisce certo al ripiegamento degli ordini. Questo si deve anche alla necessità di adeguare tutta la supply chain ai parametri Esg, operazione tanto più semplice quanto meno numerosi sono i fornitori a monte”.