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Apindustria festeggia i 40 anni : “Le aziende assumono se c’è lavoro, non per il Jobs Act”

Apindustria Confimi Vicenza ha compiuto 40 anni e ha festeggiato consegnando un premio di riconoscimento a quei soci che nel 1974, al momento della nascita, erano lì a brindare al lieto evento.

Cristiano di Thiene con il suo marchio ‘Areonautica Militare’, Antonio e Luca Fabris della 3F Ingranaggi di Carrè e la Ediltrans di Schio si sono aggiudicati l’ambito riconoscimento insieme ad altre 3 importanti aziende del vicentino e tutti insieme hanno saputo testimoniare la potenza e la potenzialità che caratterizzano il leggendario Nord-Est d’Italia.

 La serata organizzata da Apindustria Confimi di Vicenza ha riscosso un grande successo tra i soci e ha potuto contare sulla presenza di figure di spicco dell’industria e della politica locale e nazionale.

Sul palco dei relatori il Presidente Apindustria di Vicenza Flavio Lorenzin accompagnato dal Presidente nazionale Confimi Paolo Agnelli e dal Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Enrico Zanetti. Tra la platea, oltre agli industriali soci, hanno presenziato il Sindaco di Vicenza e presidente della Provincia Achille Variati, gli onorevoli Erika Stefani, Filippo Busin, Daniela Sbrollini e Enrico Cappelletti, l’europarlamentare e candidata a governatore della Regione Veneto Alessandra Moretti e l’assessore regionale Elena Donazzan.

“Abbiamo iniziato in un periodo in cui si parlava di crisi e di difficoltà di accesso al credito tanto quanto oggi – ha sottolineato Lorenzin – Abbiamo sviluppato progetti e prodotti innovativi vendendoli in tutto il mondo e siamo diventati leader del mercato, spesso copiati dalle aziende straniere. Il nostro sistema economico e organizzativo è un esempio e abbiamo saputo adattarci al cambiamento del mercato. L’economia di domani sarà diversa – ha continuato – ma noi ci distingueremo sempre per manifattura, spirito di aggregazione, capitalizzazione e autonomia economica”. Lorenzin ha poi concluso il suo discorso introduttivo rivolgendosi alla folta schiera di istituzioni presenti incitandole a concedere sostegno e aiuto concreto alle imprese. “Da decenni in Italia non esiste un piano industriale e le aziende ‘modello Nordest’ sono rimaste l’unico baluardo della nostra economia. Non stiamo vivendo una crisi – ha detto – ma un nuovo assetto economico. Necessitiamo che venga snellita la burocrazia, che ci siano giustizia e norme semplici che ci permettano di lavorare e produrre. E per quanto riguarda le riforme sul lavoro – ha concluso – i politici devono capire che le aziende non assumono in base agli articoli o alle leggi, assumono semplicemente se c’è lavoro”.

Con la convinzione che ci sia la necessità che le istituzioni vedano le imprese come una risorsa da valorizzare, si è espresso anche Paolo Agnelli: “Una politica di austerity non serve a risanare il debito – ha commentato – prima bisogna ricominciare a produrre e a vendere. Il fisco deve tassare in base alle entrate, mentre in Italia abbiamo imposte che gravano sullo stesso oggetto anche 3 o 4 volte”. Alla domanda ‘è possibile cambiare le cose?’ ha dato risposta il Sottosegretario Zanetti che, dopo aver sottolineato che gli 80 euro in busta paga rappresentano la riduzione del cuneo fiscale e non un bonus, ha spiegato: “Questo governo si sta muovendo bene. Mi sto battendo per togliere i vitalizi agli ex parlamentari e per equiparare i diritti delle figure politiche a quelli delle altre figure lavorative. In un paese dove il passato costa più del presente non c’è futuro. La politica deve stabilire regole uguali per tutti e adesso bisogna avere pazienza perché il cambiamento vero lo si avrà con un cambiamento generazionale. Siamo – ha concluso – in un momento di cambiamenti epocali”.

Una sana sferzata di ottimismo è arrivata dalla presenza di 3 aziende nate da poco e che nel giro di pochi anni hanno saputo diventare leader nel loro settore. Tra di loro la DWS di Zanè, il cui leader, Maurizio Costabeber, ha spiegato: “Ci siamo autofinanziati da subito, con il contributo di alcuni clienti stranieri che pagando in anticipo ci hanno permesso di avere liquidità. E’ stato più facile di quanto pensavamo e lavorare con gli stranieri ci ha fatto capire di quanta stima hanno nel mondo verso gli italiani e quanto è apprezzato il concetto del Made in Italy”. All’incertezza che regna nei confronti delle banche, accusate sempre più spesso di non dare credito alle aziende e non finanziare le idee che possono sviluppare nuove realtà imprenditoriali creando posti di lavoro, ha risposto Leonardo Rigo della Banca Popolare di Verona sottolineando che “Le banche devono essere viste come partner e non come nemici perché loro per prime sanno bene che non esisterebbero senza le imprese”.

La serata è andata verso il termine con la premiazione di 6 aziende vicentine associate ad Apindustria dal 1974.

 

Anna Bianchini