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‘Draghi deve lottare per la protezione del prosecco, è un simbolo nazionale’

Quella del prosecco, ‘insidiato’ dal Prosek croato, “la riteniamo una questione nazionale”. A questo punto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, “deve diventare il nostro portavoce in Europa”. Lo afferma il sottosegretario alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che oggi ha tenuto l’ultimo vertice della task force per la difesa del prodotto dop italiano dopo la richiesta di riconoscimento Ue per il Prosek avanzato dalla Croazia. “Entro il 20 novembre presenteremo il dossier italiano”, ha informato Centinaio, accanto a lui il governatore veneto Luca Zaia. “Io sono ottimista di natura- risponde poi l’ex ministro- abbiamo ragioni storiche e giuridiche per portare a casa il risultato”. Insieme a tecnici anche del Friuli Venezia Giulia e ad associazioni di categoria, il gruppo di lavoro ha messo in fila le ragioni soprattutto giuridiche perchè l’Ue blocchi la richiesta croata.

“L’Europa- dice Centinaio- è quella che dovrebbe tutelare le denominazioni. Nel momento invece in cui accetta un percorso penso anche giudiziale sulla questione Prosek non rende merito al lavoro che viene fatto dai nostri territori”. Col riconoscimento del Prosek inoltre, secondo l’ex ministro, “si potrebbe aprire una falla nel sistema delle denominazioni. Da domani- esemplifica- potrebbe uscire il Parmigianer fatto in Svezia e la mozzarellen di bufalen fatta a Brema”. E’ una “partita per noi cruciale, siamo parlando della denominazione più importante al mondo”, sottolinea da parte sua Zaia. “Siamo il quarto esportatore mondiale, questa è una partita di difesa”, afferma il governatore veneto. Secondo Zaia se passa il principio che chiunque può usare nomi simili per attaccare un prodotto sul mercato “l’Europa si trasforma in una babele”.

Coldiretti: ‘Prosecco, vino più imitato’

 “Restano meno di 20 giorni per presentare all’Unione Europea opposizione alla domanda di riconoscimento del Prosek croato e tutelare il vero Prosecco che con una crescita delle esportazioni del 35% nei primi sei mesi del 2021 è il vino italiano piu’ consumato e taroccato al mondo”. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla riunione del gruppo di opposizione alla menzione geografica tradizionale europea per il Prosek croato. “Ci sono le premesse per vincere questa battaglia in Europa ed evitare- sottolinea la Coldiretti- un precedente pericoloso che rischia di indebolire l’intero sistema di protezione giuridica dei marchi di tutela. Con il crescente successo il Prosecco ha conquistato- precisa la Coldiretti- il primato del vino italiano più imitato all’estero con denominazioni storpiate come il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi. Ma in commercio- continua la Coldiretti- sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur”. “Il Prosecco- ricorda la Coldiretti- è la star mondiale delle bollicine grazie a un incremento delle vendite oltre confine vertiginoso negli ultimi anni che ne consolidano la leadership a livello mondiale in termini di volumi esportati davanti a Champagne e Cava. Gli Stati Uniti sono diventati il primo acquirente di bottiglie di Prosecco con un aumento del 48% ma l’incremento maggiore delle vendite- sottolinea la Coldiretti- si è verificato in Russia dove gli acquisti sono più che raddoppiati (+115%) mentre in Germania guadagna il 37%, seguita dalla Francia (+32%), il paese dello Champagne in cui le bollicine italiane mettono a segno una significativa vittoria fuori casa, nei primi sei mesi del 2021. La produzione di Prosecco abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva stimato in crescita a- conclude la Coldiretti- 700 milioni di bottiglie dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco”