Con i provvedimenti di chiusura, limitazioni o sospensioni, si sta probabilmente dando il colpo di grazia a centinaia di piccole imprese e del lavoro autonomo nella nostra provincia, dichiara il Presidente Rossi.
Per limitare il rischio contagio da COVID 19 anziché intervenire con una vera politica di controllo della diffusione del virus, anziché potenziare il servizio sanitario (anche utilizzando le risorse previste dal MES), anziché investire nell’aumento dei tamponi, si preferisce intervenire con misure che non risponderanno se non in modo limitato e non controllabile alla diffusione del virus e si torna a colpire il mondo delle piccole imprese del commercio, della ristorazione e dei servizi alla persona.
Prima mazzata a bar e ristoranti con riduzione dell’orario di attività e del numero di persone massimo ad ogni singolo tavolo. Sembrerebbe non avere ripercussioni ma al contrario sta creando allarmismo nei consumatori che preferiscono rinunciare alla serata al ristorante. Anche la sospensione dell’attività di consumo al bancone (in piedi) alle 18 rappresenta una batosta che si aggiunge agli oltre 91milioni già persi dal settore nei primi sei mesi di covid.
La chiusura delle fiere di comunità delle sagre (già in difficoltà) sta causando danni irrecuperabili ed andrà ancora peggio per le categorie degli ambulanti (sia quelli fieristici, sia quelli dei mercati che nelle sagre trovano sbocco alle merci invendute causando fino ad ora una perdita non inferiore ai 15 milioni di euro) per non parlare degli attrazionisti (poco citati) ma sostanzialmente fermi dallo scorso mese di marzo
Lo stop a congressi, convegni, eventi, metterà in ginocchio tutta la meeting industry con ripercussioni negative su tutto l’indotto (attività ricettive, agenzie di viaggi, installatori, tecnici, interpreti, trasporti, guide ecc.) non possiamo dimenticarci che il “turista congressuale” spende da 5 a 10 volte quanto un turista “normale” e che la ricaduta di questa attività è positiva per l’intero territorio che ospita il congresso
Sale giochi chiuse alle 21 (dopo le già pesanti restrizioni) accompagnate dalle attività sportive in palestre, animazioni rappresenterà un danno non inferiore ai 100 milioni solo in questo mese.
Non possiamo più aspettare, continua Rossi, la misura è colma. E’ ora di smetterla con provvedimenti di limitazione e chiusura immediata accompagnata da promesse verbali di aiuto al mondo delle imprese.
Abbiamo bisogno di interventi immediati a sostegno delle nostre attività e non di promesse. Non possiamo permetterci di continuare ad aspettare provvedimenti applicativi su decreti che non arrivano. Penso ad esempio all’intervento di sostegno alla ristorazione con i bonus per l’acquisto di prodotti Italiani (manca ancora il decreto attuativo da agosto). Oppure al contributo a fondo perduto per le attività ubicate nei centri storici come quelle di Padova in attesa di una circolare dell’Agenzia delle Entrate sempre da agosto.