Enrico Carraro, presidente della multinazionale veneta specializzata in sistemi di trasmissione, e presidente di Confindustria del Veneto ha commentato con preoccupazione la recente certificazione dell’Istat che attesta una crescita zero per l’Italia. Lo ha fatto dalle pagine del quotidiano La Repubblica e l’intervista sta facendo il giro d’Europa.
Carraro ha descritto la situazione economica come «ingarbugliata» e ha espresso la sua aspettativa che un governo così forte numericamente possa finalmente realizzare un piano concreto in Europa, collaborando attivamente con Francia e Germania per ridare un orizzonte industriale al continente.
Secondo Carraro, la crisi attuale è «strana» e colpisce diversi settori, con il Veneto particolarmente in difficoltà. Ha notato che il settore del lusso, prima molto forte in Cina, ora è in declino, mentre l’automotive e la meccanica, tradizionalmente legate all’industria tedesca, non mostrano segnali di ripresa imminente. In questo contesto di incertezza, gli imprenditori tendono a non investire, e il mercato interno ne risente, poiché i cittadini stanno adottando comportamenti più conservativi e preferiscono risparmiare.
Carraro ha anche messo in discussione le celebrazioni del governo riguardo la crescita dell’Italia rispetto ai paesi vicini, sottolineando che l’export continua a mantenere performance positive grazie a medie imprese flessibili che cercano nuovi mercati. Tuttavia, ha avvertito che l’Italia non è immune dalla crisi europea e ha ammonito che non bisogna considerarsi come un «paesino felice».
Riguardo alla legge di Bilancio, Carraro ha affermato che non sarà in grado di fornire lo shock necessario per rilanciare l’economia, limitandosi a confermare la riduzione del cuneo fiscale e mancandone l’occasione per una revisione più audace della spesa. Gli industriali, ha sottolineato, sono consapevoli delle restrizioni finanziarie, e quindi non si aspettano grandi cambiamenti.
Quando si è parlato delle richieste delle imprese, Carraro ha descritto la normativa come «davvero pesante», suggerendo che le aziende, in questa fase di incertezza, tendono ad attendere. Ha enfatizzato che il problema è più europeo che italiano, con una mancanza di visione chiara sulle tecnologie chiave per le transizioni industriali.
Carraro ha criticato la legge di Bilancio per aver svuotato il fondo destinato all’automotive, un passo che ha trovato difficile da comprendere date le necessità del settore. Per quanto riguarda il Pnrr, ha osservato che sebbene qualche investimento stia iniziando a materializzarsi, c’è stata una mancanza di attenzione su riforme cruciali come la giustizia civile e l’istruzione, che aveva suscitato il suo interesse.
Infine, ha riflettuto sul ruolo degli industriali nel dialogo con il governo, suggerendo che la concertazione spesso porta a risultati migliori e che sarebbe utile concedere un po’ più di tempo. Sulla prospettiva di una ripresa, Carraro ha dichiarato che è difficile da prevedere, ma si aspetta che la prima metà del 2025 possa portare a segnali positivi, sperando di essere smentito.