Arriva il fondo regionale. 500mila euro per i risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca
Giornalisti Altovicentinonline
La Regione Veneto è stata di parola e garantisce a comitati ed associazioni la possibilità di intentare ‘class action’ per nome e per conto di migliaia di risparmiatori danneggiati dalla grave crisi delle due popolari venete di Vicenza e Montebelluna”. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commenta con soddisfazione – in una nota – l’approvazione in Consiglio della modifica al fondo di solidarietà istituito per fornire assistenza legale ai cittadini danneggiati dalla crack della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
“Lo stanziamento di 500 mila non rappresenta sicuramente la panacea per le centinaia di migliaia di azionisti che si sono visti azzerare investimenti e risparmi – sottolinea il presidente del Veneto – ma aver convogliato le risorse su associazioni e comitati significa offrire una aiuto concreto ed efficace ad interi gruppi omogenei di risparmiatori. Con una somma di per sé limitata sarà quindi possibile ottenere un grande risultato garantendo a decine di migliaia di persone il diritto a chiedere giustizia e a rivendicare un risarcimento”.
“Sono consapevole che la crisi delle due banche ha generato un terremoto finanziario che ha seminato angoscia in centinaia di migliaia di famiglie e di aziende. L’azzeramento delle azioni e dei titoli di debito delle due popolari ha causato perdite equiparabili a quelle subite in una guerra o in un grave cataclisma – ricorda Zaia – Di fronte a questa vicenda devastante, la regione ha le armi spuntate. Ma non ha rinunciato ad intervenire: ha messo in campo tutti gli strumenti consentiti dalla legge per dare una mano e un sostegno, psicologico, legale e finanziario, ai risparmiatori travolti dal default bancario. E non rinuncia – conclude il presidente del Veneto – a spendere la propria autorevolezza e il proprio ruolo istituzionale per sollecitare analoga attenzione e solidarietà da parte di tutti gli altri enti in causa, dalle fondazioni bancarie allo Stato, che – purtroppo per i veneti – ha l’ultima parola in materia fiscale”.
Lanzarin: ‘Intervento minimo rispetto al danno’
“Forse potrà sembrare un intervento limitato, insufficiente a colmare le gravi perdite subite dai 205 mila azionisti vittime dell’azzeramento del valore delle due banche popolari venete, la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Ma ricordo che la Regione Veneto è l’unica istituzione che sinora è intervenuta in solido , con proprie risorse, pur in un momento di gravi ristrettezze finanziarie, per sostenere quanti inconsapevolmente hanno perso i risparmi di una vita e fronteggiare una vicenda drammatica, che per il Veneto vale 11 miliardi di perdite”. Così l’assessore al sociale, Manuela Lanzarin, commenta la legge approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale del Veneto, che dà esecutività all’impegno finanziario assunto dalla Regione per sostenere le spese di contenzioso legale per quei risparmiatori, depauperati dall’azzeramento del valore delle azioni nelle quali avevano investito, che intendano intentare causa nei confronti dei vertici bancari oppure sedersi ai tavoli di conciliazione.
“Con il provvedimento legislativo approvato oggi – sottolinea l’assessore Lanzarin – si conferma la disponibilità del fondo regionale di 500 mila euro anche per il 2017. I destinatari non saranno le persone fisiche, ma le associazioni e comitati che rappresentano i cittadini danneggiati. In questo modo la Regione assicura una valenza collettiva al fondo di solidarietà, in modo da estenderne e renderne più efficace l’azione ai fini di un possibile risarcimento”.
Il fondo regionale finanzia anche l’attivazione di servizi di assistenza psicologica e sociale, nelle quattro Ulss venete dei territori considerati ‘epicentro’ della grave crisi bancaria dello scorso anno.
“Su proposta della Giunta regionale il Consiglio – aggiunge l’assessore – ha infine dato mandato all’esecutivo di assumere ogni possibile iniziativa per modificare il sistema di calcolo dell’Isee (indicatore di situazione economica equivalente) ai fini dell’accesso alle prestazioni sociali e socio sanitarie – conclude l’assessore – in modo da tener conto della svalutazione subita dai titoli azionari posseduti dai risparmiatori delle due popolari venete”.
“La nostra prima preoccupazione sono i piccoli risparmiatori, le vittime inconsapevoli dei giochi finanziari condotti dai due istituti di credito – conclude Lanzarin – Pur consci dell’enormità delle perdite subite e del valore circoscritto dell’intervento regionale, ricordo che sinora la Regione è stata l’unica istituzione a farsi carico dell’emergenza sociale che si è venuta a creare con il crack delle due popolari”.
Fracasso (PD): “Bene il sostegno ai risparmiatori, ma dobbiamo pensare anche ai dipendenti”
“Siamo soddisfatti che sia stato rispettato l’impegno di non lasciare da soli i risparmiatori messi in ginocchio dal crac delle Popolari, accogliendo il nostro emendamento che prevede l’adeguamento attraverso un’autocertificazione, dell’Isee, in modo da poter accedere con maggior facilità ai servizi socio sanitari”. Questo il commento di Stefano Fracasso, Consigliere regionale del Partito Democratico e correlatore del Pdl n. 189, che è andato a modificare l’articolo 11 della legge regionale numero 7 del 23 febbraio 2016 per quanto riguarda gli interventi per l’assistenza legale destinati ai cittadini veneti danneggiati dalle banche operanti nel territorio della Regione del Veneto. “Un primo obiettivo – spiega Fracasso, vicepresidente della Prima commissione – è stato raggiunto e dobbiamo far sì che gli effetti negativi della completa svalutazione dei titoli siano parzialmente compensati. Bene l’aumento di 500mila euro del fondo per l’assistenza legale tramite le associazioni e i comitati dei consumatori, ma c’è ancora molto da fare”. “Oltre ai risparmiatori – continua Fracasso – non possiamo sottovalutare la questione che riguarda i dipendenti. Abbiamo letto che Veneto Banca e Popolare di Vicenza stanno preparando dei piani industriali con una notevole riduzione dei dipendenti, tra le ottocento e le mille persone: si rischia dunque una vera e propria emergenza occupazionale. Dopo il bilancio dobbiamo assolutamente ascoltare in Prima commissione le organizzazioni sindacali dei dipendenti, perché ci arrivano richieste di attenzione che sono allarmanti”.