“Non voglio vedere il Veneto in zona gialla o rossa: non possiamo tornare indietro”.Sono le parole del presidente del Veneto, Luca Zaia.
“E noi vogliamo svuotare gli ospedali, non vogliamo più vedere la tragedia dei morti per Covid: in Veneto ne abbiamo avuti quasi 12 mila”, ha avvertito. Quindi, il governatore del Veneto ha spiegato che: “Certo, gli ospedali tengono, non abbiamo numeri insostenibili, ma per questo non possiamo abbassare la guardia, e quindi chiedo ai veneti ancora un po’ di pazienza, e quando ci sono assembramenti bisogna continuare ad usare la mascherina”, ha concluso.
E sulle proteste no Green pass, “in un Paese democratico, civile, rispettoso delle libertà, nessuno è contro le manifestazioni, ma quando il manifestante priva della libertà le altre persone, significa che qualcosa non funziona: 16 settimane di proteste significano settimane di privazione della libertà di altri cittadini”.
“Penso che un errore ci sia stato fin dall’inizio: abbiamo abdicato a parlare ai cittadini. E’ innegabile che parecchie di queste persone che stanno protestando oggi siano le stesse che nella prima fase del 2020 erano ‘no mask’, protestavano contro le mascherine, poi contro il lockdown, poi contro la vaccinazione. E’ pur vero che dobbiamo parlare ai cittadini, sono convinto che molti di quelli che ancora non si sono vaccinati siano semplicemente dubitosi da un lato e dall’altra abbiano paura di fare qualcosa che non sia sostenibile da un punto di vista clinico. Ed è corretto che si dia una informazione a questi cittadini. In quelle piazze c’è anche gente che ha paura”, ha aggiunto Zaia.
E conclude: “Finiamola con questa baggianata di dire ai cittadini che si possono chiudere gli ospedali e curare tutti a casa: 25mila persone in Veneto hanno avuto bisogno di un respiratore, di una terapia intensiva”. Poi, invitando nuovamente a vaccinarsi tutti, snocciola alcuni dati del Veneto: “Negli ultimi 15 giorni, abbiamo avuto 158 non vaccinati contagiati ogni 100.000 abitanti contro i 36 dei vaccinati. Un abisso”.
Speranza: ‘Il virus ha rialzato la testa’
“Una delle vere lezioni che questa stagione pandemica, così difficile, ci lascia è quella che abbiamo bisogno di collaborare di più a livello internazionale, perché la salute non può essere considerato un tema nazionale. Questo è sempre più evidente” sottolinea il ministro della Salute. “Dobbiamo spenderci per una maggiore coesione, per una maggiore condivisione a livello europeo. Condivido l’opinione di Ursula von der Leyen di lavorare per l’Unione europea della Salute. Credo che in una relazione positiva importante tra Italia e Francia – conclude Speranza, ospite dell’Ambasciata di Francia dove si svolge la cerimonia di premiazione – questo sia sicuramente più facile e veloce da attuarsi”.
Fonte Adnkronos