Quando arrivarono i militari con il sindaco che li aveva chiamati, c’era stato il fuggi fuggi . Operai che si nascondevano tra le galline, che scavalcano le recinzioni e cercavano di mimetizzarsi tra la vegetazione. Vennero tutti identificati ed i finanzieri della tenenza di Thiene, nei giorni scorsi, hanno effettuato un altro accesso nella società agricola a responsabilità limitata, operante nel settore avicolo e con sede a Villaverla scoprendo le illegalità sospettate. 19 cittadini del Regno del Marocco intenti al lavoro, di cui 7 sono risultati privi del permesso di soggiorno o altro documento che giustificasse la loro presenza in Italia. Sui restanti sono in corso accertamenti. 17, ad una prima verifica, sono risultati “in nero” poiché trovati intenti al lavoro in assenza delle preventive comunicazioni obbligatorie di instaurazione del rapporto di lavoro.
Al riguardo, sono in corso approfondimenti ispettivi serrati, anche al fine di individuare e attribuire le responsabilità in relazione all’impiego della manodopera “in nero” (con l’aggravante dell’occupazione di
stranieri senza permesso di soggiorno in relazione a 7 extra-comunitari).
A seguito, inoltre, delle attività di identificazione effettuate dalle Fiamme Gialle, 7 cittadini extra-comunitari sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Vicenza in relazione al reato contravvenzionale di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato da parte di uno straniero non comunitario” previsto dall’art. 10-bis del Testo unico sull’immigrazione (Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286). I successivi riscontri eseguiti dagli agenti dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato berica hanno portato alla notifica di 7 decreti di espulsione dal territorio nazionale emessi dal Prefetto di Vicenza.
Si tratta della più ampia azione condotta dalla Guardia di Finanza volta ad individuare situazioni di irregolarità e sfruttamento di manodopera che, oltre a costituire una grave forma di concorrenza
sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi della legalità, rappresentano principalmente un danno in capo ai lavoratori stessi, ai quali, infatti, non vengono riconosciuti i basilari diritti previsti dalla legge”.
di Redazione AltovicentinOnline