Anziché assisterli amorevolmente avrebbe somministrato loro degli psicofarmaci in dosi così elevate che, stando alle indagini della Procura di Vicenza, avrebbe provocato la morte di un’anziana donna di Breganze. Mercoledì scorso sono scattate le manette ai polsi di una 46enne di Vicenza, che da circa tre anni si proponeva come badante sui propri social. Le accuse a suo carico sono gravi: omicidio aggravato per la vicenda di Breganze, il tentato omicidio per altri 4 suoi assistiti, rapina, autoriciclaggio e spaccio di medicinali.

I nove mesi di indagine. Tutto è iniziato quando, nello scorso marzo, alla stazione dei Carabinieri di Breganze si presentano i familiari di un’anziana donna, che non si capacitavano di quella morte improvvisa. Per loro, forti i sospetti su quella ‘Oss’, così si sarebbe presentata Pettinà pur non avendone i requisiti, che avrebbe cercato il ‘vecchietto o la vecchietta’ da badare mettendo messaggi su vari gruppi di Facebook.  Prima di arrivare a Breganze la 46enne, stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, sarebbe stata la badante anche di altre quattro anziani che fintanto questa donna lavorava per loro avrebbero ad avere problemi di saluti. Stordimenti, fatica nello stare in piedi e torpore. Sintomi che, una volta che la badante ‘lasciava il posto di lavoro’, sarebbero spariti. 

Dalle indagini coordinata dal sostituto procuratore Maria Elena Pinna è emerso che in tutti 5 i casi la 46enne avrebbe somministrato ai suoi assistiti psicofarmaci quali Tavor, Xanax, Lorazepam e Trittico. Il tutto, pare, senza alcuna prescrizione medica necessaria per presentarsi in farmacia per l’acquisito e per questo sarebbero in corso delle perquisizioni in alcune farmacie dove Paola Pettinà si sarebbe recata. Non solo non si sarebbe presa cura dei suoi assistiti come i loro familiari pensavano ma, oltre ai farmaci che avrebbe dato loro, la donna avrebbe arraffato ad una delle sue presunte vittime anche dei gioielli. Rivendoli e intascandosi circa 3mila euro. Contributo fondamentale per le indagini da parte della  Direzione generale e da quella medica dell’Aulss 8 berica, nonchè dall’UOC-sistemi informativi di Azienda Zero della Regione Veneto, nonché da alcuni medici di fiducia e dalla direzione sanitaria del distretto di Vicenza.

di Redazione AltoviccentinOnline

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