La lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza  sulle gare d’appalto, sugli incarichi assegnati dall’Ulss 7 Pedemontana dal 2017 all’anno scorso, sulla  gestione delle sale operatorie sia nelle prestazioni ordinarie che nelle urgenze. E ancora, sull’attività dei medici in regime di libera professione all’interno dell’ospedale di Bassano Del Grappa.

Che il provvedimento di inibizione dal ruolo di editore di Giovanni Jannacopulos fosse solo la punta dell’iceberg di un vaso di pandora tutto da scoperchiare era apparso chiaro sin dai primi momenti, dopo la notizia dell’inchiesta sulle presunte minacce al dg Carlo Bramezza. Oggi, la Guardia di Finanza con 8 militari sul posto, ha sequestrato moltissimo materiale cartaceo, che verrà analizzato. “Collaboreremo con la giustizia perchè nemmeno una piccola ombra di irregolarità macchi la nostra Ulss 7 – aveva dichiarato il dg, che dopo aver subito le presunte minacce dell’editore, si era prontamente recato a denunciarlo alla Finanza -. “Consegneremo atti e tutto quello che sarà necessario per lo svolgimento delle indagini”.

Da quello che trapela, quello che interessa ai finanzieri coordinati dalla Procura di Vicenza, sono atti riguardanti la gestione ospedaliera prima dell’arrivo di Carlo Bramezza all’Ulss 7. Qualcosa su cui sono concentrate le indagini, che stanno portando alla ribalta l’attività di un ospedale sul quale ora la magistratura vuole fare piena luce. Come si sa, il San Bassiano è il ‘gemello diverso’ dell’ospedale di Santorso, dove però, non ha fatto capolino la finanza. Con la riforma delle Ulss venete, che sono diventate provinciali,  l’ex Ulss 4 e l’ospedale Altovicentino erano stati accorpati alla Ulss 3 di Bassano. Un’eccezione che aveva sollevato un dibattito politico con una minuta  parte di sindaci che avrebbe preferito unirsi a Vicenza e la maggior parte dei primi cittadini, allora guidata da Robertino Cappozzo (Presidente della conferenza dei sindaci dell’Alto Vicentino), che convenne sull’opportunità di rimanere staccati dalla provincia. I timori di una parte della politica erano quelli che l’ospedale di Santorso perdesse prestigio dopo lo sposalizio con il San Bassiano. Timori che ad un certo punto – lo dimostrano i diversi articoli di giornale scritti dalla stessa redazione di AltoVicentinOnline – diventarono realtà con un’attenzione particolare da parte dei dg che si sono succeduti dopo l’accorpamento verso Bassano. Trasferimento di macchinari e scelte palesemente a favore del San Bassiano fecero avvilire i sindaci, che due anni fa, chiesero un incontro con il presidente della Regione Luca Zaia per conoscere le sorti di un ospedale come quello di Santorso, sempre più vuoto di tutto. Zaia promise interventi e assicurò ai sindaci dell’alto vicentino che non avrebbero perso un punto sanitario importante come quello di Santorso. Che non ci sarebbero state preferenze politiche tra i due nosocomi. Quindi, l’arrivo di Carlo Bramezza, che ha rappresentato la svolta ed ha dimostrato in questi mesi di non voler sacrificare l’alto vicentino per favorire l’altro gemello. Ma questa è politica, se la magistratura indaga, vuol dire che c’è ben altro sotto e sarà interessante capire il collegamento tra le minacce subite da Bramezza dall’editore di Rete Veneta e le carte sequestrate oggi. Jannacolpulos sabato mattina, è stato interrogato dal Gip ed ha respinto le accuse avanzate dalla Procura nei suoi confronti. Secondo la difesa, i servizi giornalistici delle reti di cui era editore erano solo il frutto del malcontento della città per la gestione di Bramezza dell’ospedale San Bassiano. Secondo l’accusa, invece, quei servizi televisivi erano le conseguenze che doveva pagare il dg che non voleva assecondare le richieste dell’editore. Richieste che riguardavano la gestione interna dell’ospedale di Bassano, come spostamenti di primari e decisioni che si fa fatica a pensare che un editore televisivo abbia interesse ad imporre. “Vi racconterò come sono andate le cose” – ha detto l’editore al termine del suo interrogatorio in Procura ad una cronista di Rai 3 – “le ho già raccontate al giudice, dopo lo farò con voi”.

E’ chiaro che la vicenda è molto più nutrita e si spera davvero che l’editore vuoti il sacco e racconti la sua verità perchè non è escluso che Jannacopulos stia pagando per quello che magari qualcun altro gli aveva chiesto di fare.

Sulla vicenda, è silenzio fitto, da parte del governatore Luca Zaia, al quale l’editore avrebbe chiesto la rimozione di Bramezza e dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin.

N.B.

 

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