Secondo le denunce raccolte la tratta Vicenza-Schio è tra quelle più a rischio.
La pandemia Covid, tra lutti, lockdown, Dad e crisi economica ha esacerbato gli animi, e questo, unito al fatto che i servizi di trasporto pubblico non sono nel frattempo stati incrementati ma, anzi, sono semmai ancora meno rispetto a prima, ha fatto sì che le aggressioni al personale di bordo, e anche a quello di terra, siano aumentate enormemente. Sono i convincimenti dei lavoratori del settore ferroviario, che oggi, con quelli del servizio di trasporto pubblico locale di Venezia, hanno manifestato davanti alla stazione di Venezia-Mestre, nell’ambito della mobilitazione nazionale proclamata dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa Ferrovie. A Venezia la vertenza nazionale si aggiunge a una locale, che coinvolge tutti i lavoratori del trasporto pubblico, spiega alla ‘Dire’ Eda Forner, del coordinamento regionale ferrovieri Filt Cgil Veneto, spiegando così la partecipazione al presidio del personale di Actv, partecipata del Comune che gestisce il trasporto pubblico locale nel capoluogo lagunare. “Negli scorsi mesi abbiamo registrato un aumento del livello di aggressività verbale e fisica nei confronti del personale ferroviario, abbiamo segnalato diverse criticità dal punto di vista della sicurezza ma le segnalazioni sono rimaste inascoltate”, continua Forner spiegando di aver scritto lo scorso 29 agosto alla Prefettura chiedendo il coinvolgimento delle aziende, delle Forze di Polizia e della Regione Veneto.
“Abbiamo scelto di coinvolgere anche le istituzioni locali e abbiamo aperto una vertenza che non coinvolge più solo il personale mobile ma tutti gli operatori impegnati nella attività di confronto diretto con i viaggiatori, perché chi è impegnato in front line ha registrato un degrado della propria condizione di lavoro e un abbassamento dei livelli di sicurezza”. Ciò che si chiede è dunque “un’attività di filtro in ingresso in stazione e di conseguenza sui treni”. Serve “una sinergia tra imprese, Rfi e istituzioni per aumentare la sicurezza negli ambienti ferroviari”, fa eco Fabio Masetto, segretario Orsa Venezia. “Abbiamo chiesto più personale interno all’impresa che possa scortare i treni e possa essere presente all’interno delle stazioni”, aggiunge. “Chiediamo inoltre che ci siano messi a disposizione strumenti tecnologici per avere interventi più pronti da parte della Polizia ferroviaria”, conclude Masetto, spiegando che l’aumento di aggressività riguarda tutte le tratte, anche se alcuni picchi si registrano sulla linea tra Verona e Bologna e su quella tra Vicenza e Schio.