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Torrebelvicino. Rubata la batteria al defibrillatore. E se ci scappava il morto?

Non c’è pace per gli impianti sportivi ‘Rendez vous’ di Torrebelvicino, da tempo oggetto di furti e atti vandalici.

Questa volta però la misura è colma. Al defibrillatore comunale è stata rubata la batteria e se si tratta di un atto vandalico, significa che gli autori hanno voluto scherzare di proposito con la vita delle persone.

Un gesto orribile, voluto, per il quale qualcuno ha dedicato tempo e attenzione. Al sofisticato apparecchio salvavita (Dae, defibrillatore automatico esterno), installato l’anno scorso e custodito in un apposito contenitore fuori del bar, la batteria è stata estratta volontariamente e fatta sparire.

Un atto vandalico che sarebbe potuto costare la vita ad un ragazzino o ad una persona qualsiasi, che magari in preda ad un arresto cardiaco, avrebbe potuto essere salvata proprio grazie al defibrillatore.

Per fortuna non è successo nulla tra martedì e oggi. Il non funzionamento del defibrillatore era stato infatti segnalato martedì. Immediato l’intervento dell’amministrazione comunale che, consapevole del prezioso utilizzo dell’apparecchio, si è attivata per sistemarlo.

Ma nessuno, a Torrebelvicino, ha intenzione di fermarsi qui. Troppe le bravate, ad opera di ragazzini del posto tra i 14 e i 16 anni, che insieme ad alcuni coetanei di Schio, da tempo sono nel mirino di molti residenti.

Sono in molti oggi a chiedersi se quei delinquenti da quattro soldi sono consapevoli della gravità del loro gesto, che può fare la differenza tra la vita e la morte. Mettiamo che l’apparecchio dovesse essere usato per salvare una vita, quei ragazzini si sarebbero poi sentiti responsabili dell’eventuale morte di quella persona? E i loro genitori?

A questo punto, vista la gravità del fatto, i precedenti atti vandalici messi a segno agli impianti sportivi di Torre hanno l’impatto dell’acqua tiepida. Ma non è giusto che sia così.

L’area ‘Rendez vous’ è ormai diventata luogo da sorvegliare per amministrazione comunale, privati cittadini e forze dell’ordine, che sottraggono parte del loro tempo prezioso per controllare un luogo che dovrebbe essere caro a tutti, giovani in primis.

E invece a Torre sono in tanti ad averne le scatole piene di teppisti che se ne vanno in giro con coltelli in tasca (è evidente da come vengono messi a segno gli atti vandalici) e nessuno se la sente più nemmeno di parlare di bravate, di sfide per dimostrare agli adulti la propria capacità di ‘rovinare e farla franca’. Se ci scappa il morto, l’atto è criminale ed è ora di cominciare a chiamare le cose con il loro nome.

Nel frattempo, il senso civico porta almeno a sperare che i colpevoli riflettano e si rendano conto della gravità del loro gesto, che oltre a danneggiare un apparecchio costoso ed acquistato con fatica e sacrifici, questa volta si sono arrogati la responsabilità di mettere a rischio una vita.

Anna Bianchini