AltoVicentinOnline

Thiene. Michelusi risponde a Pretto sulla preghiera musulmana: “Si fomenta odio raziale”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“Rispondo al comunicato stampa del 16 giugno scorso dell’on Erik Pretto in cui il deputato vicentino dichiara: “Ho appreso con sconcerto e profondo rammarico di quanto accaduto l’altra mattina a Thiene. Il parco di Villa Fabris è stato concesso per una preghiera comunitaria musulmana, durante la quale le donne sono state nascoste dietro ad un recinto improvvisato, tenendole divise dagli uomini”.
Nel meravigliarmi “per lo sconcerto e il profondo rammarico” dell’onorevole su una questione che viene sistematicamente sollevata a livello nazionale dalla parte politica attualmente al governo, rilevo che quanto accaduto non viola alcuna norma di legge o di regolamento.
Faccio presente, inoltre, che è stata divulgata la notizia riferita al solo momento di preghiera, omettendo che ad esso è seguito un momento conviviale tutti insieme e questa è un’ignobile estrapolazione di comodo.
Riporto, invece, in proposito le recenti parole del Presidente Sergio Mattarella: “La Costituzione ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono libere davanti alla legge, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. La libertà religiosa è uno dei fondamenti della convivenza, riconosciuta dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite. La promozione del mutuo rispetto tra fedi e culture, elemento della coesione sociale della nostra comunità, sollecita l’esercizio di una responsabilità condivisa per il bene comune”.
In questo momento storico, fomentare odio razziale per meri scopi propagandistici è estremamente pericoloso e miope. Ritengo che il ricorso a tali espedienti serva a distogliere l’opinione pubblica dai reali problemi che affliggono Comuni e Cittadini e da un percorso necessario, faticoso ma ineludibile di dialogo e progresso civile”.

Ecco cosa aveva detto l’onorevole Erik Pretto

Preghiera musulmana a Thiene. Pretto (Lega): “Si difendano i valori fondamentali della nostra società civile