Snobba le indagini che il Comune Thiene sta facendo su di lui e fa chiamare dal suo avvocato: “Per chiudere la faccenda offre le dimissioni”. Così se la voleva cavare il dipendente comunale che si sarebbe messo in tasca i soldi della Tari, ma la commissione disciplinare avrebbe risposto “no, grazie” e procederà col licenziamento.
Si doveva presentare in Comune il 30 ottobre scorso per tentare di difendersi, o quanto meno, spiegare perché si sarebbe reso responsabile della presunta truffa che ha gettato nello scandalo l’ufficio tributi di Thiene. Non ha varcato la soglia del municipio, ma ha fatto fare una telefonata dal suo legale che avrebbe proposto le dimissioni volontarie dell’impiegato infedele.
Una sorta di ‘passata di spugna’ sul ‘caso Tari Thiene’ che, nel caso andasse in porto, metterebbe quest’uomo nelle condizioni di potere ancora lavorare per una pubblica amministrazione, partecipando ai vari concorsi con un curriculum immacolato.
Una tattica difensiva che non avrebbe sortito effetto alcuno in commissione pronta, stando a quanto trapela, a mettere la parola fine con una lettera di licenziamento. Poi la richiesta di danni che dovrebbe essere fatta all’impiegato infedele, una volta che la magistratura avrà fatta piena luce su quanti soldi effettivamente si sarebbe intascato.
I fatti
Non avrebbe esitato a far man bassa delle tasse che dei contribuenti dovevano al Comune. Inizialmente si parlava dai 40 ai 50mila euro, ma solo a conti finiti si capirà quanto realmente sarebbe stato sottratto alle casse comunali. Si parla al momento di un lasso di tempo dal 2012 al 2017, con centinaia di contribuenti che sarebbero finiti nel piano criminale del dipendente comunale, che non disdegnava nemmeno i morti e che avrebbe presentato il conto ai parenti.
Un impiegato che avrebbe sfruttato la propria posizione all’ufficio tributi, facendo leva sul sentimento di fiducia che ogni cittadino nutre per un ente pubblico come un Comune. Telefonando a casa delle proprie vittime, anche con toni minacciosi se queste tentennavo nel decidersi a pagare. “Vorrà mica che le arrivi a casa una cartella dell’agenzia delle entrate?”.
Caso esploso grazie ad un cittadino
Un fatto di cronaca che ha scosso Thiene, grazie ad un contribuente che ha fatto esplodere il caso. I reati ipotizzati sarebbero truffa, malversazione, appropriazione indebita, falso e falso ideologico ma, nei suoi confronti, alcun provvedimento cautelare perché non sussisterebbero le condizioni di reiterazione del reato e pericolo di fuga. E’ questione di ore e sul tavolo del magistrato incaricato approderà anche il contenuto della chiavetta usb che l’uomo ha consegnato ai carabinieri di Thiene, durante la perquisizione domiciliare. Un elemento ulteriore che andrà ad ingrossare il fascicolo d’inchiesta, oltre ai documenti che i militari dell’Arma hanno portato via nel corso di un blitz dagli uffici comunali dei tributi, ragioneria-bilancio.
Comune non accetta ‘patteggiamenti’: rifiuterà le dimissioni
Sospeso l’8 ottobre scorso, senza stipendio, oltre all’indagine della magistratura sul capo dell’impiegato infedele anche quella interna del Comune, con la commissione formata dal segretario e da un dirigente comunali. Un passo obbligatorio per l’ente pubblico, al fine di garantire la possibilità al dipendente di dire la sua in merito alla vicenda. Ma l’uomo ha scelto di trincerarsi dietro il suo avvocato, tentando la carta delle dimissioni volontarie, perdendo la mano. Sempre che in Comune non cambino idea.
Paola Viero