Una volta arrivati al Santuario della Madonna dell’Olmo, alle 11, si è tenuta la benedizione dei mezzi agricoli, un momento molto significativo della festa, che ha visto la partecipazione anche dei tanti agricoltori locali, orgogliosi del proprio lavoro e delle proprie tradizioni. L’atmosfera si è fatta ancora più accogliente grazie all’apertura dello stand nel piazzale del Santuario, dove sono stati distribuiti gratuitamente panini, biscotti, cioccolata calda, vin brulè e altre bevande, regalando un momento di calore e socialità a tutti i partecipanti.
L’appuntamento è proseguito con la celebrazione della Santa Messa, durante la quale sono stati offerti i frutti della terra come segno di gratitudine per il lavoro e il sostentamento che l’agricoltura offre ogni giorno. I prodotti agricoli sono stati destinati alle famiglie più fragili, in un gesto di solidarietà che ha arricchito ulteriormente il significato della festa.
Organizzata dal Comitato Agricoltori Thiene con il patrocinio del Comune di Thiene, la Festa del Ringraziamento rappresenta ogni anno un’occasione per celebrare l’importanza dell’agricoltura e del lavoro nei campi, un settore fondamentale per il benessere della comunità. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa settanta mezzi agricoli, ha richiamato anche l’Amministrazione Comunale, che ha preso parte all’evento con un carro addobbato con fiori e frutti della terra, simbolo di un legame profondo tra la città e il mondo rurale.
“Ogni volta che il contadino semina, il cielo viene sulla terra […] il Seminatore volge le spalle al tramonto per dirigersi verso un’alba nuova. Nel disorientamento che proviamo mentre ci chiediamo dove siamo e quale direzione prendere – si legge nel messaggio dei Vescovi italiani – nella terra troviamo la speranza per il domani”. Concetti fatti propri anche dal Vescovo emerito di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol, che ha aggiunto: “Il lavoro agricolo è un’attività preziosa e vitale per tutti, anche per chi non lavora la terra; tutti beneficiano del lavoro nei campi, perché da lì viene il cibo di cui ci nutriamo. Il pericolo sempre incombente è “il paradigma tecnocratico”, che va “alla ricerca di un modello di produzione volto solo alla massimizzazione del profitto, e, di conseguenza, all’abbandono dei campi, alla dismissione di alcune coltivazioni e, in molti casi, della stessa attività agricola a cui, a causa delle difficoltà strutturali dell’agricoltura nazionale, viene preferita la rendita derivante dal consumo del suolo o dal ritorno del bosco non curato”.
“La riconoscenza, l’atto di ringraziare è dovuto – commentano il presidente di Coldiretti Vicenza, Pietro Guderzo ed il direttore Simone Ciampoli – ma ciascuno di noi deve assumersi dei precisi impegni, da tradurre in progetti ed azioni concrete. È indispensabile ripensare gli stili di vita, perché soltanto così sarà possibile, come dicono i Vescovi italiani, “sostenere le politiche ambientali e ri-orientare l’economia nel segno della sostenibilità e della giustizia”. Essere agricoltori, contadini, allevatori, è motivo d’orgoglio e bisogna continuare a lavorare sulla nostra immagine e credibilità, per porre le basi di un diverso modello economico, capace di ridurre sprechi e consumi, valorizzando la cultura della nostra agricoltura”.
Foto Lovato