Si sta allargando a macchia d’olio l’indagine sull’impiegato infedele che si sarebbe intascato i soldi della Tari a Thiene. Tra pudore e voglia di chiarezza di chi sarebbe stato truffato, il blitz dei carabinieri in Comune.
Sulla vicenda, giorno per giorno, si aggiungono nuovi dettagli, grazie anche alle dichiarazioni di chi ha pagato la tassa dei rifiuti in contanti. Uomini e donne, italiani e stranieri, di ogni ceto sociale che si recano in Comune per mettere nero su bianco la propria versione.
Testimonianze preziose per le indagini che però, al momento, sono lontane dalla chiusura del cerchio. C’è una lista di chi potrebbe essere finito nella presunta truffa: ma mancherebbero all’appello ancora molte persone. Un elenco di nomi che non sarebbe definitivo, perché ancora non sarebbe chiaro quanto esteso fosse il ‘giro’ del dipendente infedele, sospeso l’8 ottobre scorso.
Per venirne a capo in Comune stanno lavorando da settimane. Una mole di lavoro abnorme tanto da fare inserire nell’ufficio un altro contabile, a quanto pare, assunto appositamente. Il tutto per portare alla magistratura la prova principale: la cifra che questo novello impiegato si sarebbe intascato, ingannando i contribuenti in poco tempo.
Se all’inizio si parlava di 40mila euro, il conto potrebbe aumentare e spetterebbe proprio al Comune di Thiene scovarlo. Ma non resta ancora scontata l’ipotesi di un consulente informatico, per analizzare tutti i flussi di incasso telematici da banche e poste verso il Comune, oltre ai tabulati telefonici dello sportello tributi.
Nei corridoi del municipio l’aria che si respira in questi giorni è pesante. Seppure tutto sembri funzionare al solito, il nuovo usciere messo all’ufficio tributi è l’emblema dello scandalo. Cartellino identificativo al petto, chiede ad ogni persona quale pratica deve sbrigare e, se si trova di fronte ad presunta vittima della Tari, la dirotta al primo piano.
In un ufficio dove si stanno raccogliendo le dichiarazioni di quei cittadini che, vinto anche il senso di pudore, vogliono chiarezza. Oltre alla certezza di non doversi sentire chiedere, un’altra volta, il pagamento.
Blitz dei carabinieri
A mettere piede in Comune anche i carabinieri. Un blitz che li ha portati all’ufficio tributi ma, a quanto pare, anche a quello di ragioniera e bilancio. I militari dell’Arma su richiesta del magistrato titolare dell’inchiesta avrebbero acquisito dei documenti, ritenuti importanti per le indagini.
Anche Tari 2012 della nonna morta
Non avrebbe risparmiato neppure i morti l’impiegato fedifrago. Non avrebbe esitato a chiamare i parenti a casa, avvisandoli che il loro caro se n’era andato a miglior vita senza pagare la tassa dei rifiuti. “Mi ha telefonato a marzo – racconta D.B. – Dicendomi che mia nonna, che era già morta, non aveva pagato la rata del 2012 e che se non volevo trovarmi una cartella di pagamento notificata a casa, mi dovevo sbrigare a pagare”. Probabilmente sicuro di non essere scoperto, l’uomo avrebbe usato il computer dell’ufficio tributi, per inviare anche una email con indicata la cifra da pagare. “Perché ho pagato in contanti? Perché se il Comune mi chiama e mi dice che c’è da pagare, mai e poi mai potrei dubitare, eccetto che non avessi una ricevuta da dimostrare – continua la presunta vittima – Ma mia nonna era morta, dove cercavo le sue carte? E lui ad un certo punto si era fatto insistente, anche minaccioso”. Così il passo allo sportello dove “ho pagato fino all’ultimo cent come pretendeva e gli ho dato i soldi”.
Stacanovista della truffa? “Mi ha ricevuta quando l’ufficio era chiuso”
Non avrebbe badato agli orari ma, soprattutto, non avrebbe esitato ad abusare del rapporto di fiducia che un cittadino prova verso un Comune. Alla stregua dell’impiegato modello, il neo assunto avrebbe ricevuto le proprie ‘vittime’ anche extra orario, “non importa se è chiuso, sistemiamo la sua pratica, non vorrei mai andasse incontro a dei guai”. Così riportano dei contribuenti che si sarebbero trovati coinvolti nel suo piano criminale.
“Questa primavera ho cambiato casa, sempre a Thiene comunque – racconta C.C. 44 anni appena uscita dal Comune – Sono andata allo sportello tributi per sistemare il cambio. Ho trovato quell’impiegato che, dopo avere consultato la mia posizione, mi disse che avevo saltato dei pagamenti nel 2017, per la casa che avevo appena lasciato. Ero ancora in pieno trasloco e, colta alla sprovvista, gli allungai il bancomat. Perché mai avrei dovuto dubitare di lui? Lavorava per il Comune”.
Ma lui avrebbe preferito i contanti, perché “vecchi conguagli e voltura d’intestazione, si pagano solo in contanti, niente pos”. Il tempo materiale per la donna di recarsi ad uno sportello bancario, prelevare i soldi, tornare in Comune e pagare. “Senza ottenere una ricevuta, ma mi disse che ora era tutto regolarizzato”.
Le resta comunque ancora in mano quel bigliettino da visita del Comune, con scritto a penna il nome dell’impiegato infedele che, consegnandoglielo, le avrebbe detto “chieda di me”.
Paola Viero