Hanno tagliato la rete metallica della recinzione e dopo essersi introdotti nell’area dei lavori hanno sottratto una scala alta 10 metri che era stata posizionata all’interno di una vecchia vasca che era stata a servizio dell’industria del caolino. Gli ignoti autori del deplorevole gesto, evidentemente pianificato con una cura degna di miglior causa, si sono così impadroniti dell’attrezzatura, dileguandosi. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi ai Pozzani del Tretto, dove all’inizio di marzo erano iniziati i lavori di recupero della vasca destinata a diventare un serbatoio per l’antincendio boschivo dell’area collinare.
Ci sono atti vandalici, ci sono i furti. In questo caso ci sono entrambe le deprecabili azioni, da condannare senza se e senza ma, che vanno a creare un danno all’intera collettività. La scala di alluminio alta 10 metri, posizionata dalla ditta incaricata, consentiva l’accesso alla vecchia vasca un tempo utilizzata per il lavaggio dei mezzi che trasportavano il caolino. Il progetto in corso, finanziato con fondi del Pnrr, prevede il recupero di questo manufatto per adibirlo successivamente a vasca di raccolta di acqua contro gli incedi boschivi che già hanno interessato la zona.
E dunque erano iniziate le operazioni di pulizia del fondo, in cui in 40 anni di inutilizzo si sono depositati strati spessi di fogliame e altro materiale vegetale. Ora i lavori sono stati sospesi in attesa di ripristinare la recinzione divelta e riprendere da dove sono stati interrotti.
“Investiamo risorse pubbliche per mettere in sicurezza il territorio – commenta Manuel Grotto responsabile della Protezione Civile, e poi accadono questi fatti incresciosi. L’intervento in corso risponde alle precise richieste del Servizio Forestale e della Protezione Civile per avere dei punti di approvvigionamento per l’antincendio boschivo. Con i Comuni e Viacqua abbiamo identificato i siti più idonei tenendo conto dei luoghi in cui in passato più frequentemente si erano sviluppati gli incendi. Spiace constatare come l’impegno e la responsabilità che mettiamo in questi progetti di tutela a vantaggio di tutti vengano vanificati a opera di persone prive di dignità”.
Non nasconde il suo disappunto neppure Mosè Squarzon, presidente dell’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti: “Il sentimento che prevale è l’amarezza; rubare è sempre un’azione deplorevole, ma quando lo si fa a danno di un ente pubblico lo si fa anche a sé stessi, è come un boomerang che prima o poi torna indietro. Invito tutti a fare una riflessione e mi auguro che fatti del genere non abbiano a ripetersi”.
