La manifestazione pacifica ha avuto luogo a Schio, dove un gruppo di cittadini, preoccupati per  l’ampliamento dell’inceneritore , hanno rivolto un appello ai sindaci ed hanno esposto i timori riguardo a un investimento di 80 milioni di euro destinato ad aumentare del 39%  la capacità dell’impianto, già al centro di dibattiti su sicurezza e sostenibilità.

I manifestanti accusano direttamente i primi cittadini  di aver preso una decisione che non risponde alle reali necessità del territorio. “Ci costringerete per i prossimi trent’anni ad incenerire una quantità di rifiuti quasi doppia di quella prodotta dal bacino di Vicenza”, spiegano, che evidenzia anche il rischio di un aumento delle emissioni di sostanze tossiche come diossine, polveri sottili, metalli pesanti e PFAS. Le preoccupazioni per la salute e per l’ambiente non si limitano però a queste problematiche: i manifestanti sottolineano che l’ampliamento comporterà anche un incremento delle emissioni di CO2, con evidenti implicazioni sul cambiamento climatico.

Inoltre, ieri , è stato messo in luce un altro punto cruciale cioè la possibilità di fusioni societarie che potrebbero portare alla perdita di controllo da parte dei comuni, con l’inceneritore che finirebbe sotto il controllo di Vicenza o delle grandi multiutility energetiche. “I comuni soci rischiano di essere privati del controllo sull’impianto, cedendo la proprietà alle grandi imprese, nonostante abbiano sostenuto l’intero peso economico e ambientale dell’ampliamento”.

L’accusa principale rivolta ai sindaci è quella di non aver ascoltato le istanze della comunità e di non aver considerato alternative più sostenibili. “Non è la Regione a chiederci questo ampliamento, ma una scelta politica”, dicono i manifestanti, che pongono in evidenza come la Regione stia, invece, promuovendo un aumento della raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti da smaltire. Secondo i manifestanti, l’ampliamento dell’inceneritore non solo non risolverà il problema dei rifiuti, ma si allontana dalle direttive europee, che puntano sul recupero dei materiali come soluzione strategica.

Le richieste sono chiare: i cittadini vogliono un confronto diretto con i loro rappresentanti. “Siete voi i responsabili della nostra salute e della tutela del nostro territorio”, scrivono i manifestanti. Chiedono un incontro pubblico in cui i sindaci possano spiegare la scelta e rispondere alle domande della comunità. “Perché avete votato a favore di un piano che porterà a un aumento delle emissioni?”, è una delle domande principali poste da chi ha protestato, che solleva anche il tema della mancata considerazione di investimenti in impianti di recupero dei materiali.

La manifestazione di ieri ha lanciato un chiaro segnale: i cittadini non intendono rimanere in silenzio e chiedono risposte concrete per il futuro del loro territorio.

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