È stato rintracciato verso le 2, nella grotta Tana della Volpe sul Monte Magré, lo speleologo per il cui mancato rientro era scattato l’allarme ieri sera alle 21. Il 38enne di Schio aveva detto a un’amica dove era diretto, ma non si era più fatto sentire e il suo cellulare suonava libero. Risaliti alla sua abitazione, i Carabinieri hanno verificato non si trovasse a casa. Di seguito è stata rinvenuta la sua bicicletta nella Contrada da cui parte il sentiero che in un quarto d’ora porta all’ingresso della grotta, dove poi era stato ritrovato appoggiato lo zaino, contenente il telefonino. La cavità si sviluppa per circa 350 metri, è sub orizzontale, non servono particolari attrezzature, ma è caratterizzata da passaggi stretti. Mentre le altre stavano arrivando con il materiale sanitario, una prima squadra è subito entrata percorrendo il ramo principale, senza però trovarlo. Il timore, notando anche una recente frana, era che potesse essere rimasto ferito o bloccato da una scarica di materiale. I soccorritori hanno quindi allargato la perlustrazione ai lati del tracciato prioritario, finché non sono riusciti a sentire la sua voce che rispondeva ai richiami e lo hanno raggiunto, a una mezz’ora di distanza dall’apertura, attorno alle 2. Stava bene, pur essendo rimasto fermo al buio seduto per tante ore. A originare tutti i problemi, infatti, l’essere rimasto senza luce quando stava tornando indietro, verso mezzogiorno. I soccorritori, tra i quali un medico e due infermieri, lo hanno quindi riaccompagnato all’uscita. Erano presenti una ventina di speleologi provenienti dalle tre Stazioni speleo, Vicenza, Veneto Orientale e Verona, e il Soccorso alpino di Schio per eventuale supporto esterno. Sul posto anche i Carabinieri e i Vigili del fuoco.
‘Ricordiamo alcuni accorgimenti fondamentali nelle escursioni in grotta – sottolinea il Soccorso Alpino – non andare mai da soli, informare sempre nel dettaglio su meta e orari, portare con sé una seconda luce e batterie di riserva’.