Chi glielo abbia venduto o somministrato quell’alcol lo scopriranno le forze dell’ordine. Due 16enni di Schio in coma etilico al pronto soccorso di Santorso.
Due giovanissimi che hanno abusato in alcolici, in un’età in cui la legge ne vieta la somministrazione. Due fatti di cronaca accaduti nello scorso fine settimana, mentre la loro città infuocava tra le polemiche per la birra ammessa alla vendita nel nuovissimo bar del Campus di Schio.
Due sedicenni scledensi che, inconsapevolmente, hanno condiviso quella che sarebbe potuta essere una tragedia, decidendo di uscire a fare festa, con le loro rispettive compagnie. Uno recandosi a Malo e l’altro Marano Vicentino. Per entrambi la serata si è svolta all’insegna della baldoria alcolica, scandita da bevute, arrivando al punto di perdere i sensi. Troppo l’alcol presente nel corpo dei due minorenni, con un tasso di 2 grammi per litro: un livello tale che, per la loro età, segna la soglia del coma etilico.
A chiamare i soccorsi, per entrambi, le rispettive compagnie di amici, quando si sarebbero resi conto che qualcosa non andava. Dal pronto soccorso di Santorso sono partite due ambulanze: la prima ha puntato dritto verso Marano, l’altra a Malo.
Due episodi, avvenuti ad una manciata di chilometri l’uno dall’altro, che riflette una piaga sociale sempre più infetta. Troppa la facilità con cui dei ragazzini riescono avvicinarsi alla birra. O allo shottino, mini bomba d’alcol a prezzo stracciato, alla portata di chi fa festa con la mancetta di mamma e papà.
Una vicenda che dovrebbe fare riflettere, anche alla luce dei tanti dibattiti generati dal bando del Comune di Schio. Un atto pubblico che concede la vendita di birra dopo le sei di sera, all’interno del bar del Campus, incrocio di 7 scuole e dei loro 5mila studenti. Che venga spillata, o meno, dal vincitore della gara, resta comunque col proprio peso il messaggio passato dall’amministrazione comunale: “basta col proibizionismo”, detto dall’assessore alle politiche giovanili Barbara Corzato.
Quanto accaduto ai due 16enni di Schio è, purtroppo, non nuovo per queste neo generazioni, che sembrano trovare stimolo nella trasgressione. Sintomo che probabilmente manchi un’educazione o un dialogo in famiglia, o che nei locali non si guardi in faccia la loro età pur di fare di cassa.
E’ un problema sul quale tutti devono porre l’attenzione, sia in casa che fuori. Anche all’interno di un ufficio comunale, quando stilano il bando per la gestione di un bar, dando il via libera alla birra delle 18, che verrà frequentato prevalentemente da minorenni, magari anche in orario extra scolastico.
Paola Viero