Una lite nata da un’occhiata sbagliata, da due parole di troppo, che non sono state digerite tanto da far arrivare due ragazze allo scontro fisico in strada, fuori da scuola. Ci sarebbe questo all’origine di quella che agli occhi degli utenti della rete è apparsa come unpestaggio  da parte di bulle ai danni di una studentessa. A a testimoniarlo è una persona presente al fatto. Una nostra lettrice, presente in zona Faber Box dove lunedì pomeriggio è avvenuto il fatto, ha dichiarato senza paura e con nome e cognome, che le cose sono andate in modo totalmente diverso da come sono state giudicate e riportate.

“Non c’era nessun atto di bullismo, c’erano due persone una contro l’altra e chi si è messo in mezzo lo ha fatto con l’intenzione di allontanare le ragazze e spegnere il litigio”. Una ‘scazzottata’ insomma, di quelle che accadono da sempre, ma che una volta non sarebbero certo diventate ‘un caso’, perchè non c’erano i video ad immortalare la scena e le vicende finivano lì dove erano iniziate. Un fatto comunque grave perchè c’è la violenza di mezzo.

I Carabinieri di Schio, dove la mamma della 15enne è andata mercoledì mattina per sporgere denuncia, procedono per il reato di percosse. La donna stessa ha infatti raccontato ai militari che la figlia non aveva subito alcun tipo di atto persecutorio, che non sarebbe vittima di bullismo. I militari dovranno mettere a confronto le accuse reciproche delle ragazze arrivate alle mani. Ascoltando le parole della testimone la scena che appare nel video è più chiara: una giovane a terra, un litigio con un’altra ragazza, mani che strattonano giacche e zaini con l’intento di allontanare dal gruppo più persone possibile, per sedare gli animi. Il video, che era diventato virale ed era stato condiviso in modo istintivo da decine di persone, finendo addirittura in gruppi, nel frattempo è stato rimosso da molti utenti. Divulgare immagini di minori riconoscibili costituisce infatti grave reato e chi si è reso responsabile della divulgazione delle immagini, che riproducono anche le voci dei presenti, potrebbe essere denunciato. Molti lettori, infatti, ci hanno chiesto perchè la nostra testata giornalistica non ha pubblicato il video e la risposta sta proprio nella cautela con cui occorre divulgare immagini di minori. Rischiare una denuncia per aver definito bullo o ‘appartenente ad un branco’ chi non lo è perchè non è stato condannato, soprattutto non è stato definito tale dalle forze dell’ordine, ma solo in base ad immagini caotiche e non chiare, non ci sembrava corretto. Specie se in quel video i minorenni sono facilmente riconoscibili. Quei ‘figli’ potrebbero essere figli nostri e se non prima verrà chiarita la vicenda con le dovute indagini, non ci va di ‘marchiare’ dei  ragazzini. Ci penseranno le forze dell’ordine e la magistratura. Noi siamo giornalisti, non giudici.  

A.B.

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