“Siete due donne, due troie”. Punto. Col 2024 agli sgoccioli, pur con le piccole o grandi battaglie che si possano fare contro la violenza di genere, una frase del genere rischia di essere pesante quanto una pietra tombale sull’essere donna oggi. Un fatto segnalato alla Polizia Locale NeVi da due amiche mentre stavano facendo una passeggiata a Sarcedo.
I fatti. Tutto risalerebbe al 15 ottobre scorso.Le due donne, una 66enne di Thiene e una 53enne di Marano Vicentino, decidono di fare una passeggiata assieme. Una camminata che le porta per strade di campagna, sui colli che abbracciano Zugliano e Sarcedo.
“Ad un certo ci siamo imbattute in una squadra di operai, erano in 5, che stavano lavorando in strada in via Ca’ Bosa”, racconta la 66enne di Thiene, “io e la mia amica siamo passate vicino senza disturbare e uno di questi dice ad un suo collega ‘ci sono due donne’ e questo gli risponde ‘sono due troie’ e fa esplodere un petardo”. Il ricordo di quel giorno per un attimo si interrompe, ma subito prosegue: “mi veniva quasi da piangere, ho provato paura. Invece la mia amica li ha affrontati”. Il tutto mentre si stava avvicinando un’altra persona che stava camminando, “un uomo. E la mia amica è andata da questi operai indicalo e chiedendo loro se anche a lui che passeggia da solo gli avrebbero dato della ‘troia’”. Loro per tutta risposta hanno cercato di nascondere il volto, forse perché non ci ricordassimo delle loro facce-continua-Eravamo sconvolte. Ci trovavamo in mezzo alla campagna e non sai cosa può succedere con 5 uomini che ti danno della troia così. Ce ne siamo andate e, una volta arrivata a Thiene, sono andata subito dai vigili”. Al Comando di via Rasa della Polizia Locale NeVi racconta la 66enne thienese quanto successo: “non mi hanno dato grande importanza, alla fine hanno preso i miei dati”.
Il suo racconto di quella mattinata finisce qua. Non la sua angoscia. “Ho deciso di raccontare tutto questo perché è giusto che si sappia cosa accade in pieno giorno vicino a noi. Per capire cosa deve fare una donna per difendersi, chi deve chiamare, a chi deve rivolgersi perché fatti del genere non passino per ‘normalità’. Perché non può passare il concetto che dare della ‘troia’ sia una cosa da prendere con leggerezza ma, anzi, è grave”.
Paola Viero
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