Non si placano le polemiche dopo gli scontri avvenuti ieri in via Levà a Piovene, quando carabinieri e poliziotti, in tenuta antisommossa, hanno dovuto retrocedere dopo il tentativo di sfratto, impedito da una cinquantina di militanti del comitato liberazione nazionale veneto. La Procura di Vicenza ha aperto un’inchiesta per fare piena luce sull’episodio e per identificare eventuali responsabili di reato.
Verso le 4.30 le forze dell’ordine erano andate ad eseguire il provvedimento esecutivo emesso dal Tribunale, nei confronti degli occupanti l’immobile del civico 58, dove si era tentato lo sfratto in altre occasioni.
“L’operazione è illegale” hanno urlato i manifestanti contro gli uomini in divisa, che hanno dovuto estrarre i manganelli con cui, secondo quanto denunciato dai militanti del Clnv, sarebbero stati colpiti al volto. Tre i feriti per i quali è intervenuta un’ambulanza del 118.
In queste ore negli uffici della Questura di Vicenza si stanno esaminando dei filmati, realizzati ieri mattina. Si parla di una decina di ‘oppositori’ che potrebbero essere denunciati per occupazione abusiva di immobile, resistenza a pubblico ufficiale e minacce.
Ma ci sarebbe anche una denuncia depositata alla stazione dei carabinieri di Piovene Rocchette, per il ‘furto’ di un drone utilizzato dai militanti e sequestrato dalla Polizia. Un drone che doveva servire a tenere sotto controllo i movimenti delle forze dell’ordine e che ora, potrebbe rappresentare l’oggetto di un reato.
La vicenda, insomma, è destinata ad avere dei risvolti giudiziari ed intanto l’opinione pubblica si è divisa in due: da una parte la difesa dei fratelli Spezzapria, che non hanno più un tetto dopo che la loro casa è stata battuta all’asta, a seguito di un fallimento dell’azienda Esseci Filati srl nel 2005. Dall’altra parte chi difende agenti di polizia e carabinieri, che stavano lavorando, eseguendo disposizioni di legge dell’autorità giudiziaria.
di Redazione AltovicentinOnline