La Polizia Provinciale ha condotto a Carrè un’operazione antibracconaggio che ha portato al sequestro di due fucili e di 44 uccelli, perlopiù appartenenti a specie protette e particolarmente protette.
La segnalazione è arrivata dalle guardie venatorie volontarie che, coordinate dalla Polizia Provinciale, monitorano l’intero territorio provinciale per verificare il rispetto della normativa sulla caccia.
A Carrè, sulle colline delle Bregonze, le guardie venatorie avevano individuato un cacciatore (P.C. le iniziali) che stava abbattendo con un fucile calibro 12 fauna protetta, in particolare tre fringuelli e un frosone. L’intervento degli agenti della Polizia Provinciale, oltre a confermare l’abbattimento di fauna protetta, ha portato alla luce una serie di reati penali e di illeciti amministrativi a carico di P.C.
Nelle vicinanze di un ricovero attrezzi di proprietà di P.C., gli agenti notavano infatti uccelli vivi in gabbia privi degli anelli che ne identificano la regolarità della detenzione. Tra questi un fringuello, due peppole, un lucherino e un merlo. Notavano inoltre una cella frigorifera che lasciava pochi dubbi sul suo contenuto.
Procedevano quindi alla perquisizione della cella, rinvenendo 44 uccelli appartenenti a varie specie, di cui tre cacciabili, ma non annotate sul tesserino di caccia (come invece prescrive la normativa sulla caccia) e le restati 41 protette e particolarmente protette. Nel dettaglio, si trattava di cesene, un merlo, fringuelli, peppole, una capinera, un verdone, beccafichi, uno zigolo giallo, uno zigolo muciatto, una balia nera e due frosoni.
Alcune di queste specie (beccafico e balia nera) sono presenti nelle zone collinari del vicentino esclusivamente nel periodo tardo estivo della migrazione post-risproduttiva, di conseguenza si può ipotizzare un loro abbattimento in un periodo antecedente l’apertura della caccia fissata nella terza domenica di settembre.
La perquisizione delle rimesse ha fatto emergere anche altri illeciti. Gli agenti hanno infatti trovato 247 munizioni cariche di calibro 8, 9 e 12 mm e un fucile di calibro 8 mm con il colpo in canna e perciò pronto all’uso, il tutto in ordine sparso all’interno della rimessa, non custodito e senza alcuna protezione. Inoltre 24 cartucce calibro 9 caricate a palla non erano state denunciate all’autorità competente. Nella rimessa, sopra ad un mobile, c’erano anche una rete di uccellagione e una tagliola per la cattura di fauna selvatica, entrambi attrezzi di cui è vietata anche la semplice detenzione.
Lunga la lista dei reati di cui P.C. dovrà ora rispondere: abbattimento di fauna protetta e particolarmente protetta; detenzione di uccelli morti protetti e particolarmente protetti; detenzione di uccelli vivi senza documentazione di legittima provenienza e regolare anello di identificazione; omessa custodia del fucile e delle munizioni, detenuti in luogo facilmente accessibile e privo di qualsiasi tipo di chiusura in grado di precludere l’ingresso a chiunque; omessa denuncia di munizioni a palla calibro 9. In aggiunta, per la detenzione della rete da uccellagione e della tagliola gli è stata comminata la sanzione amministrativa di 462 euro.
“La sinergia tra la Polizia Provinciale e le guardie volontarie ci permette di monitorare un territorio molto vasto, come quello vicentino, nonostante il numero degli agenti sia davvero limitato -commenta il consigliere con delega alla Polizia Provinciale Mattia Veronese– Operazioni come quella di Carrè sono un monito a chi pensa di potere impunemente eludere la normativa sulla caccia. Cacciare è un diritto riconosciuto, ma seguendo le regole e rispettando i tempi. Lo sanno bene i cacciatori, tanto da considerare i bracconieri alla stregua di nemici. L’attività illecita da parte di questi individui, infatti oltre ad un danno al nostro patrimonio faunistico, crea un danno per chi si dedica alla caccia seguendo le regole e con un approccio di tutela e rispetto verso ambiente e fauna.”